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La favoletta del commissario: "Oggi non sono un uomo Pd"

Vasco Errani si presenta: non prenderò decisioni da solo, non sono il mago Zurlì. L'opposizione: lottizzazione dem

La favoletta del commissario: "Oggi non sono un uomo Pd"

Dice che non ha la «bacchetta magica» e non promette «miracoli», assicura nel decreto, che faremo nel giro di tre settimane che non è «il Mago Zurlì» e nemmeno è del Pd. È Vasco Errani, nuovo commissario straordinario per la ricostruzione post-terremoto in Italia centrale, appena scelto dal governo di Matteo Renzi. In cinque minuti il Consiglio dei ministri lo nomina attorno alle 11 e subito lui vola ad Amatrice, dove c'è appena stata un'ultima scossa, poi ad Arquata del Tronto e nelle altre zone colpite dal sisma di Lazio e Marche. Oggi sarà in Umbria e Abruzzo, domani di nuovo ad Amatrice, «per un altro passo in avanti».

Come ha annunciato alla conferenza stampa di Palazzo Chigi, dove si presenta come uomo del fare, in camicia celeste dalle maniche rimboccate tra tante giacche scure. E proprio con quest'immagine lo presenta, prima dell'ufficializzazione, il premier Matteo Renzi: «Errani era commissario per l'Emilia, si è tirato su le maniche e ha tenuto botta, l'esperienza è fondamentale e lui è uno capace di sapere dove mettere le mani».

La polemica per una nomina definita «politica» dalle opposizioni è già scoppiata e Renzi, come Errani stesso, si preoccupano di smentire che la scelta di un bersaniano serva a favorire la coesione interna dem. «Non avrei mai accettato - spiega il neo-commissario - e penso di averlo dimostrato sul campo in questi mesi, un incarico in chiave di dialettica tra maggioranza e minoranza nel Pd. Non c'entra niente. Io adesso non sono un uomo del Pd, ma un uomo delle istituzioni».

Il premier gli spiana la strada, forte della sintonia ritrovata nell'incontro con la Cancelliera tedesca Angela Merkel, assicura che dall'Europa otterrà la «flessibilità» necessaria, che «i soldi ci sono» e «il problema è controllare», per non «sprecare» quelli del contribuente. «Perciò - conclude - cercheremo i migliori».

Il primo è Errani, l'uomo che ha gestito la ricostruzione in Emilia dal 2012, anche se i giudizi sui risultati sono divergenti. Il commissario, comunque, non vuole parlare di quel «modello» o di quello del Friuli, ma indica le linee guida: «Grande accuratezza nella spesa e grande trasparenza nella decisione». Nel giro di tre settimane, dice, arriverà il decreto per assicurare proprio i sistemi di trasparenza e controllo.

Solo che il piano di Renzi per riguadagnare unità politica sull'onda dell'emergenza, fa acqua. Lega e Fi, con le eccezioni di Roberto Maroni e di Renata Polverini, si schierano compatti contro l'ex governatore dell'Emilia Romagna e anche M5S attacca. Lucio Malan: «Una nomina che risponde a pure esigenze personali e di partito». Matteo Salvini: «Che schifo. Il Pd lottizza persino i terremoti». Dai dem e gli alleati di Ap, fino alla Cgil invece è tutto un applauso per una «personalità di prestigio, con una grande esperienza».

Lui, Errani è già al lavoro e assicura: «Non sarò un commissario calato dall'alto, scenderò nel cratere». Lo farà con una squadra, una «struttura leggera», a stretto contatto con l'Anac, i sindaci, i presidenti delle Regioni interessate, la Protezione civile.

«Non assumerò mai - promette - una decisione da solo».

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