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Il favore al figlio di De Luca agita il Pd

La doppia consulenza ottenuta dal figlio del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, candidato governatore della Campania per il Pd, da un'azienda che ha ottenuto vantaggi evidenti da una variante urbanistica del Comune di Salerno

Il favore al figlio di De Luca agita il Pd

Roma - Talvolta è un Rolex, talvolta può essere una consulenza. Se l'ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi si è dovuto dimettere per togliersi d'impaccio dopo lo scandalo dell'orologio da 10mila euro regalato a suo figlio da uno degli arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulle Grandi Opere, la questione potrebbe essere più complicata per la doppia consulenza ottenuta dal figlio del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, candidato governatore della Campania per il Pd, da un'azienda che ha ottenuto vantaggi evidenti da una variante urbanistica del Comune di Salerno. Proprio De Luca, che ha consigliato agli elettori di non votare i candidati «impresentabili».

È una vecchia storia, raccontata dall' Huffington Post, che ora in prossimità delle elezioni regionali potrebbe comunque provocare qualche dispiacere al candidato del centrosinistra. È il 2004 quando a suo figlio, l'avvocato Piero De Luca, viene data prima una consulenza di 7.250 euro per sei mesi, e subito dopo un'altra di 7.818 euro, dalla Manifatture cotoniere meridionali, dell'ex presidente di Confindustria Campania Gianni Lettieri. Un anno prima, guarda caso, proprio l'azienda tessile aveva beneficiato del trasferimento da un'area di Salerno denominata le Fratte alla nuova zona industriale grazie ad una variante urbanistica approvata tra mille polemiche e un'inchiesta giudiziaria per truffa e falso da cui De Luca è poi uscito indenne. Nessuna conseguenza penale per il sindaco, dunque, ma sicuramente un caso di opportunità politica di un'opera molto discussa che per i magistrati fu esempio di commistione tra politica e affari. L' Huffington Post , che ha scovato la notizia, ha anche cercato di contattare al telefono Piero De Luca, che oggi lavora all'estero, ma pare che lui non abbia voluto fornire alcuna spiegazione per quelle consulenze di tanti anni fa. Del resto De Luca jr ha problemi più attuali da affrontare, come l'indagine sul fallimento della società «Ifil C&D» che lo vede indagato per concorso in bancarotta fraudolenta.

La storia delle consulenze invece è vecchia, certo, ma comunque inopportuna per uno che si candida in polemica con gli «impresentabili» del centrosinistra campano. Imbarazzante per il Pd e per Matteo Renzi, che proprio ieri avrebbe dovuto partecipare ad una manifestazione organizzata dal partito a Napoli e ufficialmente annullata in seguito ai gravi fatti di cronaca avvenuti nel capoluogo partenopeo, anche se è legittimo pensare che il premier abbia preferito evitare la piazza campana in un momento in cui si allungano delle ombre sul candidato del centrosinistra.

L'accostamento della vicenda del figlio di De Luca a quella del figlio di Lupi non farà piacere all'ex ministro, oggi capogruppo alla Camera di Ncd, proprio nel giorno in cui quest'ultimo si scaglia contro il candidato del Pd definendolo «il capo degli “impresentabili”». «Non si può lasciare la Campania in mano a chi l'ha distrutta prima dell'arrivo di Caldoro», dice. Lupi va giù duro contro De Luca: «Si continua a discutere sulle liste che lo appoggiano, ma il vero problema è che il capo è De Luca e per lui vale lo slogan “Se lo conosci lo eviti”.

È uno che non rispetta la legge, uno che per un anno ha cercato di tenere i piedi in due scarpe, uno che pensa di poter governare dicendo che ha fatto una ferrovia che non esiste».

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