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La Fedeli come la Boldrini: chiede più vie intitolate alle donne

Il neo ministro dell'Istruzione nemmeno un mese fa si scagliava contro la "cultura sessista, misogina, maschilista" che secondo lei caratterizza la nostra storia

La Fedeli come la Boldrini: chiede più vie intitolate alle donne

Sedeva sullo scranno più alto del Senato ma sicuramente guardava con simpatia alla presidenza della Camera. E in particolare al presidente - pardon, alla presidente. Laura Boldrini e Valeria Fedeli hanno molto in comune.

Come la presidente della Camera, anche il neo ministro dell'Istruzione ha una storia di sinistra-sinistra, di cui rivendica con orgoglio il retaggio politico. E come la Boldrini, anche la Fedeli si è fatta paladina delle battaglie per i diritti delle donne. Nel campo del diritto del lavoro ma non solo.

Spulciandone il sito personale, si scopre come uno degli impegni dell'ex vicepresidente del Senato sia quello per la diffusione della "toponomastica femminile": la creazione di quote rosa nei nomi delle vie, andando a scovare donne e fanciulle illustri a cui intitolare strade e piazze d'Italia.

"Siamo così intrisi di cultura maschilista e patriarcale che anche dai nomi delle strade si riconosce quanto poco il contributo delle donne in Italia sia stato riconosciuto e valorizzato - spiegava la Fedeli a un convegno sulla toponomastica femminile organizzato poco più di un mese a fa a Napoli - La toponomastica, così, diventa importante strumento per consentirci una una lettura storico sociale del Paese che comprende le donne, con la riscoperta di primati e passaggi della storia che tendiamo a dimenticare."

Buffo, attribuire la preponderanza di strade e vie intitolate alle donne a una cultura patriarcale e non invece al fatto che - piaccia o meno - in Italia non c'è ancora stato un presidente del Consiglio o un Presidente della Repubblica (e nemmeno un Papa - Chiesa sessista!) donna.

Ma la battaglia per l'eguaglianza, evidentemente, passa anche per la via delle targhe in marmo e per la riscrittura delle mappe delle nostre città. Con una sorpresa: se vi eravate abituati a sentire la Boldrini che correggeva il vocabolario matita blu alla mano, preparatevi a leggere analoghe rampogne anche al Ministero dell'Istruzione.

"Dobbiamo superare tutte le tare di quella cultura maschilista, discriminatoria e misogina che ha caratterizzato le nostre società praticamente da sempre. Dobbiamo superare pregiudizi, stereotipi, linguaggi sessisti", scriveva poche settimane fa il neo ministro dell'Istruzione. Studenti di ogni ordine e grado, preparatevi.

Anzi, studenti e studentesse.

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