Cronache

Ma la felicità non ha vie di fuga

Così la paura minaccia il mito del divertimento balneare

Ma la felicità non ha vie di fuga

Ho scritto tremo sulla sabbia. Prepariamoci alla prima estate in cui andare in spiaggia significherà non solo creme abbronzanti e secchielli, ma anche steward, estintori e vie di fughe segnalate. Perché come canta Gabbani Francesco, di professione vincitore del festival di Sanremo, ci sono le granite ma ci sono anche le granate.

Come raccontiamo a fianco l'amministrazione di Jesolo è stata la prima a balnearizzare le nuove normative relative ai piani di sicurezza elaborati dopo gli avvenimenti di Torino del giugno scorso, quando in occasione della finale di Champions League tra Real Madrid e Juventus il caso, l'incompetenza e la paura si miscelarono a trasformare una visione in piazza San Carlo di una partita di pallone in una specie di mattanza, con un morto e un numero di feriti tale da intasare tutti gli ospedali della regione. Il sindaco del comune veneto ha deciso che per ogni festa in spiaggia tenuta da un chioschetto ci dovranno essere la perimetrazione dell'area, l'installazione di cartelli luminosi che indicano le vie di fuga, previsione di percorsi d'emergenza, l'ingaggio di steward, estintori e personale qualificato a corsi antincendio di rischio elevato.

Si fa presto a dire mojito. Si fa presto a dire chiringuito. Se le misure prese da Jesolo saranno come sembra estese a tutta Italia le nostre vacanze potrebbero non essere più le stesse. Il sapore di sale diventerebbe senza sodio (e senza sapore). Le pinne e gli occhiali perderebbero il derby con il fucile. I Righeira andrebbero ancora a la playa e finalmente vedrebbero realizzato il loro inquietante progetto in spagnolo maccheronico (o forse dovremmo scrivere: paellico): «La bomba estallò/las radiaciones tuestan/y matizan de azul». Una specie di guerra nucleare tra le sdraio. Allora Chernobyl era vicina, oggi ci fa più paura l'Isis. E ancora di più la nostra paura della paura.

Non ci toccate l'estate, per favore. La sicurezza ha le sue esigenze ma anche la spensieratezza. Lo steward ingrugnito che ci mostra le vie di fuga renderebbe un beach party sexy come una riunione dei Cobas metalmeccanici. Lasciateci sbirciare quella ragazza in prendisole e sognare l'odore della sua abbronzatura nelle nostre narici senza doverci preoccupare delle aree di ammassamento per i mezzi di soccorso.

Sennò finirà come con Bruno Martino. Che odieremo l'estate.

E sarebbe un'altra sconfitta.

Commenti