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Femen suicida. Diceva: mi vogliono morta

Oksana Shachko, che fondò il gruppo femminista, si è impiccata a Parigi. Però...

Femen suicida. Diceva: mi vogliono morta

Aveva affrontato a seno scoperto i leader mondiali Oksana Shachko, co-fondatrice ed ex componente del gruppo Femen, ma temeva per la propria incolumità, e da domenica le sue battaglie si sono concluse per sempre. Il corpo privo di vita della 31enne originaria di Khmelnitsky è stato ritrovato nel suo appartamento a Parigi. A darne la notizia Inna Shevchenko, l'attuale leader dell'organizzazione femminista. «Oksana non è più tra noi, si è suicidata impiccandosi». Una nota scarna che solleva qualche dubbio su cosa sia realmente accaduto nella palazzina al diciottesimo arrondissement di Parigi. Ieri mattina Anna Hutsol, altra co-fondatrice del movimento, è apparsa prudente sulle cause della scomparsa di Oksana e su Facebook ha scritto che «tutto ciò che sappiamo è che il corpo è stato ritrovato nell'appartamento. Siamo in lutto e attendiamo la versione ufficiale della polizia».

Al momento non si conosce ancora la data esatta della morte, che sarà stabilita dall'autopsia, ma è certo che l'ultima volta che Oksana è stata vista in vita risale a venerdì scorso. La giovane avrebbe lasciato un biglietto con su scritto in inglese «You are fake», siete tutti un falso, ma la notizia non è stata confermata.

La vicenda, almeno secondi i media francesi, si tingerebbe di giallo per via dell'ultima intervista rilasciata al quotidiano Le Parisien nel giugno del 2016. «Rimarrò sempre una Femen ma questo movimento è morto perché la società lo ha ucciso. Sul mio capo in Ucraina pendono 5 procedimenti penali. A volte temo che in qualche modo vogliano farmela pagare». Negli ultimi due anni l'attivista avrebbe già tentato di togliersi la vita, ha riferito una conoscente.

In Francia si era trasferita nel 2013, abbandonando il movimento Femen per dedicarsi alla pittura e alla scultura sotto la guida del noto artista parigino Olivier Blanckart. Le sue erano soprattutto opere di protesta, un'arte dissacrante per continuare le battaglie mentre dentro, nell'intimo, continuava a soffrire forse per un sentimento di delusione dalla realtà che la circondava. Nel 2008, insieme a Oleksandra Shevchenko e ad Anna Hutsol aveva fondato il gruppo delle «sextremiste», nato in Ucraina per denunciare il sessismo e le discriminazioni nei confronti delle donne. In un primo momento con flash mob in biancheria intima negli eventi istituzionali, poi proprio dall'idea di Oksana nacque la contestazione a seno scoperto divenuta marchio di fabbrica di tutta l'organizzazione.

Un movimento che si è allargato negli anni ad altri Paesi con svariate proteste a seno esibito di fronte ai potenti della terra.

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