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"Per fermare i migranti l'Europa investa in Africa"

Tajani in Niger: «Pochi 500 milioni per il Sahel Ora servono piani di sviluppo e cooperazione»

"Per fermare i migranti l'Europa investa in Africa"

Roma «Il problema dei migranti e della crescita dell'Africa non si può risolvere a livello nazionale ma solo a livello Ue. Servono più fondi europei per il Sahel, 500 milioni non bastano». Il presidente azzurro dell'Europarlamento, Antonio Tajani, è appena atterrato nella capitale del Niger, Niamey, con al seguito 30 rappresentanti di grandi gruppi e associazioni europee, esperti nei settori di rinnovabili, agricoltura e digitale, come l'Enel e Coldiretti e organizzazioni internazionali, tra le quali la FAO.

Il primo messaggio che il vicepresidente di Forza Italia manda va dritto al governo Lega-M5S, per bocciare la politica dei porti chiusi, voluta dall'alleato leghista e ministro dell'Interno Matteo Salvini. Tajani indica una strada diversa e il Niger come il modello di successo, da esportare in altri Paesi africani: grazie alla cooperazione con Ue e Onu, in meno di 2 anni lo Stato al centro del continente nero ha drasticamente ridotto il numero di migranti in transito verso la Libia e dalle sue coste le partenze sono diminuite dell'80%. Da 300mila sono diventati 10mila, oltre il 95% in meno.

«Serve - spiega il numero uno dell'Europarlamento - una strategia a lungo termine, dobbiamo dare vita a un Piano Marshall per permettere la crescita economica del continente africano. Finora, la collaborazione con il Niger è stata straordinaria, vogliamo promuovere gli investimenti nel Paese per fornire risposte concrete all'immigrazione. E c'è una grande voglia di dialogo con l'Ue, non solo a livello politico ma anche da parte degli imprenditori».

Questa missione politica ed economica segue quella in Libia del 9 luglio, dove Tajani ha chiesto una lista nera dei trafficanti di esseri umani, in modo che tutte le polizie e le organizzazioni anticriminali possano collaborare. Nella due-giorni nel Paese sul fiume Niger, ha in programma incontri bilaterali con il presidente del Niger Mahamadou Issoufou, quello dell'Assemblea nazionale nigerina Ousseini Tini e il premier Brigi Rafini. «Il Niger - spiega Tajani - ha ricevuto circa un miliardo dal bilancio Ue 2014-2020, ma non basta. Per questa parte dell'Africa ho chiesto 3+3 miliardi, i 500 milioni attuali del Trust Fund non sono sufficienti».

Il presidente del Parlamento Ue incontrerà anche i presidenti delle assemblee nazionali dei Paesi del G5 Sahel (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad) e il Segretario generale della Comunità dei 29 Stati del Sahel e del Sahara (Cen-Sad), Ibrahim Sani Abani. «Vogliamo discutere - dice - come estendere ad altri Paesi di transito il modello del Niger per la gestione dei flussi migratori».

Nessuno Stato europeo da solo può affrontare l'emergenza immigrazione, insiste Tajani, che dev'essere risolta con gli investimenti dell'Ue per incrementare la ricchezza nell'area, offrire maggiore occupazione e ridurre di conseguenza i flussi verso l'Europa. «Un'azione globale che coinvolga tutti i mezzi e le risorse Ue, in stretta cooperazione con gli attori internazionali e del settore privato».

Prima di partire per l'Africa il vicepresidente azzurro è stato ancora più chiaro nelle sue critiche al governo giallo-verde, in una intervista a Repubblica: «Non è mandando ai partner 250 migranti che si risolvono i problemi, al governo manca una strategia complessiva, affronta la questione solo da punto di vista della sicurezza. I flussi non si bloccano prendendo in ostaggio donne e bambini sulle navi». Per Tajani il governo Conte sbaglia anche alleati, cioè i sovranisti del patto di Visegrad, che «hanno detto un secco no alla solidarietà, mentre l'Italia è stata aiutata da Germania, Francia, Spagna e Portogallo a dimostrazione che ci può essere solo una soluzione europea. Macron ha girato tutta l'Africa. Che fa Conte?»

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