Politica

Fertility day, Lorenzin attacca «Vogliono il mio posto»

Il ministro sconfessa la campagna delle gaffe: «Scelta un'altra foto». E Renzi la blinda: «Non deve dimettersi»

A voler essere ottimisti e a voler guardare il bicchiere mezzo pieno si potrebbe dire che il Fertility Day ha avuto un buon successo mediatico. Infatti ieri (Olimpiadi a parte) non si è parlato che delle gaffe fatte dai responsabili della comunicazione istituzionale del ministero della Salute per promuovere appunto il Fertility Day. Ecco che quindi il solito circo mediatico ha assediato il centro congressi di piazza di Spagna dove era in programma la tavola rotonda sul tema «Fattori di rischio per la salute riproduttiva: quale prevenzione?», con la partecipazione dello stesso ministro Beatrice Lorenzin.

Visto il pressing mediatico la stessa non si è trattenuta. «Da una parte ci sono le polemiche, alcune strumentali. Questo non toglie il fatto che io mi debba occupare della salute degli italiani - si è lamentata - C'è un sacco di gente che aspira a fare il ministro. Benissimo, io intanto mi occupo delle cose concrete». E di fronte agli attacchi è sceso in campo al suo fianco il premier Matteo Renzi: «Deve dimettersi? - ha detto a Otto e mezzo - non scherziamo, La campagna era una cosa inguardabile. La Lorenzin ha posto un tema vero, ma lo hanno detto in un modo che fa alzare i capelli anche a Berlusconi». Il premier ha inoltre annunciato che d'ora in poi le campagne di comunicazione dei ministeri saranno supervisionate da Palazzo Chigi».

Dal manifesto tacciato di «razzismo» ha preso le distanze, in mattinata, anche la Lorenzin: «Nell'ultima campagna del Fertility Day c'è una foto diversa da quella che noi abbiamo vidimato. Perché sia diversa non lo so, lo accerteremo. Comunque ci sono dei responsabili e i responsabili si devono assumere le loro responsabilità, perché se c'è questo clamore è evidente che sono stati fatti degli errori». La Lorenzin ha quindi confermato che verrà rimosso il direttore generale della comunicazione del ministero, Daniela Rodorigo. Non tanto per la scelta delle foto, quanto per aver - parole del ministro - «pubblicato un'immagine diversa da quella che avevamo visionato».

L'utilità della campagna comunque è tutta nelle cifre. Secondo la Lorenzin, sono 700mila le coppie italiane che non riescono ad avere figli. Questo rappresenta, come spiega nel corso della tavola rotonda, un «problema vero che va affrontato, anche se non piace». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, che plaude al Fertility Day. «Le polemiche - dice Ricciardi - non devono distogliere dal problema e dall'emergenza denatalità in Italia».

Intanto, polemiche politiche e ironie del web a parte (da segnalare anche l'inaspettata bacchettata di padre Giacomo Costa, direttore della rivista dei gesuiti Aggiornamenti sociali), l'opuscolo dello scandalo è divenuto oggetto pure di un'interrogazione parlamentare presentata dalla senatrice dei Movimento 5 Stelle Paola Taverna e depositata in Commissione Sanità di Palazzo Madama. Nell'interrogazione si chiede se si ritiene «confacente a un'iniziativa promossa da un ministero della Repubblica una campagna pubblicitaria offensiva e discriminatoria». Poi denuncia presunti «conflitti d'interesse» all'interno dello stesso ministero.

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