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Fico risarcito: la Lombardi correrà nel Lazio

Regolamenti riscritti per favorire la candidatura dell'ortodossa

Fico risarcito: la Lombardi correrà nel Lazio

«Lombardi, per salvare i romani», ma anche «una foglia di Fico», per evitare che diventi definitivo lo strappo con l'ultimo degli ortodossi a Cinque Stelle. È il frasario essenziale del grillino deluso che commenta così l'ultimo messaggio ricevuta dalla Casaleggio e compagnia: «Caro iscritto, in vista delle prossime elezioni regionali in Lazio, i candidati saranno determinati da una votazione online su Rousseau». Solo che la balla delle democrazia diretta non regge più, tanto vale infischiarsene delle polemiche ancora roventi sull'elezione di Luigi Di Maio: ieri è stata un'altra giornata di ricorsi pendenti. «Ci sono buone probabilità di invalidare le primarie», ha fatto sapere Lorenzo Borrè, avvocato già capace di far saltare il banco in diverse consultazioni, da Genova alla Sicilia. È un grosso guaio per Grillo, che corre ai ripari, infischiandone ormai di salvare anche solo le apparenze. Il prossimo test che conta? La Regione Lazio. E allora pure in questo caso le regole vengono riscritte affinché non ci siano sorprese, con alcune sostanziali novità. Perfette per garantire il trionfo già stabilito: quello di Roberta Lombardi, deputata romana e principale oppositrice interna della sindaca Raggi. Il punto K del nuovo regolamento vale un'investitura ufficiale, per la Faraona. «Per il solo Candidato Presidente recita il comma è richiesto un requisito aggiuntivo consistente nell'aver già svolto un mandato elettivo». Ancora: «Coloro che ricoprono una carica elettiva con scadenza (prevista o effettiva) nella primavera 2018, possono avanzare la loro candidatura». Sono un insieme infinito di dettagli che sanciscono la fine della «democrazia diretta» raccontata dai Cinque Stelle, e anticipano subdolamente la volontà di abolire il vincolo dei due mandati. Ambigue, quantomeno, anche le linee guide che stabiliscono la tempistica. Perché chi vorrà avanzare la propria candidatura «dovrà provvedere entro il termine perentorio delle ore 24.00 del giorno domenica 1 ottobre 2017»: anche se ancora non è definita la data del voto regionale, anche se, probabile, coinciderà con le politiche, per le quali (candidato Di Maio a parte) non è ancora stato diffuso nessun nuovo regolamento.

«Così Roberta è accontentata», dicono i vertici del Movimento. Lei, ortodossa, ma non troppo, sa accettare un compromesso. Diversa la storia di Roberto Fico, l'ultimo dei Mohicani. I Cinque Stelle predicano un'unità granitica, ma ormai sono divisi in tre grandi correnti. Con Beppe Grillo e Davide Casaleggio stanno solo gli allineati. La corrente della Lombardi? Vivacchia e s'accontenta. Fico resta il vero problema e con lui quelli che dissentono ma non mollano il Movimento, come Andrea Mazzillo, uno degli assessori cacciati da Raggi. Mazzillo a Rimini è stato visto parlare con Fico ed è al deputato napoletano che guarda con fiducia l'area che ancora sogna di cambiare le cose dall'interno. Difficile che questa corrente riesca a esprimere un candidato per la presidenza della Regione Lazio. Nel manuale per eleggere Roberta Lombardi il punto J recita: «Per la lista provinciale devono risiedere nella circoscrizione per la quale intendono avanzare la candidatura, mentre per la lista regionale devono risiedere nella Regione Lazio». A Roberta Lombardi non manca niente, alla sua unica «rivale» neppure. Sarà Valentina Corrado, consigliera regionale uscente, attivista di Pomezia, rimasta vicina a Virginia Raggi.

Toccherà a lei correre in una gara che ha già perso.

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