Politica

Fiera, l'appalto che imbarazza il presidente del "Sole24Ore"

Il colosso Manuntecoop vince una gara con l'ente lombardo e affida una consulenza a una società con zero dipendenti ma vicina al patron Benedini. Indaga la Procura

Benito Benedini, presidente dell'Ente Fiera di Milano
Benito Benedini, presidente dell'Ente Fiera di Milano

Sulla carta è una piccola società. Un granello con zero dipendenti e qualche collaboratore. E però è proprio alla sconosciuta House Tech che si rivolge un colosso del calibro di Manutencoop per una consulenza che vale 600 mila euro. Oggetto dell'intesa fra il colosso e il partner lillipuziano è la gara che Manutencoop ha vinto con Fiera di Milano appunto per il «servizio di manutenzione durante le manifestazioni presso il quartiere» fieristico di Rho. Qualcosa stride. E lo stupore raddoppia quando si scopre che esiste un legame d'affari fra il patron di House Tech e il presidente della Fondazione Fiera, l'ente che controlla al 62 per cento la Fiera di Milano. Un caso? Solo coincidenze?

Ieri il Corriere della Sera racconta la storia ed emerge che dalla scorsa estate la procura di Milano scava sulla vicenda, in seguito ad un esposto presentato proprio da Fiera Milano. Il punto controverso, secondo la ricostruzione di via Solferino, è la liason fra Carlo Brigada, il dominus di House Tech, e il gruppo imprenditoriale che fa capo al presidente di Fondazione Fiera e alla famiglia Benedini. Una connessione che in realtà passa da un'altra società: la Itd spa, 40 milioni di fatturato, di cui Benito Benedini è presidente e il cui capitale è diviso esattamente a metà: cinquanta per cento a Carlo Brigada, il resto a Riccardo Benedini, figlio di Benito. Comprensibile dunque l'imbarazzo dalle parti della Fiera: una realtà senza storia si conquista un posto al sole della Fiera. Un exploit stupefacente, ancora di più perché l'autore della performance è uomo di fiducia della famiglia Benedini. Due indizi non fanno una prova ma offrono spunti e suggestioni.

La storia comincia nel 2013: Manutencoop Facility Management vince la gara indetta da Fiera Milano e porta a casa un contratto da 25 milioni di euro l'anno per un quadriennio. In pratica Manutencoop deve tenere in perfetto ordine i padiglioni della nuova Fiera. E deve dunque intervenire per fronteggiare eventuali guasti, emergenze e rotture lungo un fronte sterminato: strutture edilizie, infissi, luci, impianti di condizionamento. È proprio qui che all'inizio del 2014 si inserisce a sorpresa House Tech con una consulenza, nebulosa per i vertici di Fiera, che vale il succoso 2,5 del contratto. Grossomodo, seicentomila euro l'anno. A che titolo House Tech si è seduta ad un tavolo così ricco?

Parte dunque l'esposto. Formalmente è contro ignoti, ma nei fatti si disegna un potenziale conflitto di interessi a carico di Benito Benedini, una delle figure più importanti della scena milanese, un curriculum sterminato come imprenditore e manager, oggi, fra le altre cose, presidente del Sole24Ore .

«Qualcuno - spiega Benedini al Giornale - ha provato a leggere in modo dietrologico una serie di coincidenze. Io conosco Brigada, ma non c'è e non ci può essere alcun conflitto di interesse. Brigada è infatti socio di mio figlio Riccardo nella Itd, ma l'operazione in questione riguarda House Tech che non c'entra niente con Itd. Non solo, le due società fanno mestieri diversi: Itd si occupa di informatica, House Tech è specializzata nel mondo dei marchi, ed è sì una società molto piccola, ma aveva una partnership commerciale, oggi terminata, con una multinazionale americana, la Bentley. Ha dunque una sua forza nel campo della consulenze brevettuali e questo spiega perché Manutencoop abbia chiesto il suo aiuto. In ogni caso nessuno mi ha chiamato in procura a dover spiegare quel che non mi riguarda. Penso invece che qualcuno abbia provato a mettermi in difficoltà: ricordo che fra un mese si devono rinnovare i vertici di Fiera Milano». Tutto chiaro? I pm proseguono con gli interrogatori, ma l'indagine potrebbe anche chiudersi con un nulla di fatto, almeno sul versante penale. In attesa delle mosse dei pm, resta la questione degli intrecci societari. Ieri Benedini scrive una lettera al direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli e spiega le proprie ragioni davanti al Comitato esecutivo della Fondazione. «Abbiamo ascoltato le sue valutazioni - afferma il vicepresidente vicario Gianna Martinengo - e le abbiamo trovate coerenti». Almeno per ora in consiglieri sono con Benedini. Ritengono sufficienti le parole del presidente e inesistente il cortocircuito fra le aziende di famiglia e la microsocietà di Brigada. Nessuno vuole alterare i delicati equilibri ai vertici di un ente che è un vanto per la città di Expo: Benedini ha un partner forte nel presidente leghista della Regione Roberto Maroni e ottime entrature a sinistra, nel Pd.

La partita interna alla Fiera tocca invece i nervi scoperti di un centrodestra diviso e attraversato da profonde crepe.

Commenti