Cronache

La figuraccia degli aeroporti italiani

Dai ritardi alla pulizia, i nostri scali in coda a tutte le classifiche internazionali. E si vola sempre meno

La figuraccia degli aeroporti italiani

Roma - Come cantava Giorgio Gaber, anche per oggi non si vola. Proprio così: l'Italia dei cieli annaspa nel blu dipinto di nero, tra numeri con il segno meno, brutti voti nelle pagelle internazionali per la nostra compagnia aerea e i nostri scali più importanti e una reputazione da Paese del terzo mondo in uno dei settori simbolo della contemporaneità.

Non bastasse il dato sui passeggeri transitati negli scali italiani, passati secondo l'Enac dai 146 milioni del 2012 ai 143,5 del 2013, con un calo dell'1,7 per cento (mentre a livello mondiale i viaggiatori aerei sono aumentati del 5,1 per cento), ci sono le classifiche stilate dalla Skytrax, la società britannica che ogni anno mette in fila le compagnie aeree e gli aeroporti di tutto il mondo per qualità del servizio ed efficienza sulla base delle schede di valutazione compilate dai passeggeri. Un TripAdvisor dell'aria senza però quel sospetto di cialtroneria che aleggia su alcune delle recensioni democratiche dei ristoranti. Qui parliamo infatti di 12,8 milioni di questionari completati da passeggeri di 110 nazionalità che danno vita a un pagellone nel quale l'Italia becca solo insufficienze.

Partiamo dalle compagnie aeree. La classifica delle migliori al mondo del 2013 è dominata dalle asiatiche: ai primi quattro posti ci sono la cinese Cathai Pacific (a cui è andato il World Airline Award 2014), Qatar Airways, Singapore Airlines, Emirates. Poi, dopo la Turkish Airlines, altre quattro orientali: All Nippon, Garuda, Asiana Airlines e Etihad. Sì, proprio quella che poi ha acquistato Alitalia. Ma è una gloria decisamente riflessa. E Alitalia? Bisogna scendere giù giù fino al 76° posto per trovarla, dietro le compagnie vietnamita e azera e superata anche da «low cost» come easyjet. La nostra compagnia di bandiera non brilla in nessuna delle altre categorie (cabina, posti, lounge e catering), è ben fuori dalla top 10 europea e strappa solo il quarto posto tra le migliori compagnie del Sud Europa scavalcata, oltre che da Turkish, anche da Aegean e Iberia.

E passiamo agli aeroporti. Qui le classifiche tengono in considerazione ben 39 criteri, dall'accesso allo scalo alla pulizia, dalle tariffe dei taxi alle informazioni, dallo shopping alla consegna bagagli, dalla cortesia dello staff alla pulizia dei bagni. Tra i migliori dieci scali del mondo ci sono cinque asiatici (1° Singapore Changi, 2° Incheon in Corea, 4° Hong Kong, 6° Tokyo Haneda e 7° Pechino), quattro europei (3° Monaco di Baviera, 5° Amsterdam Schiphol, 8° Zurigo e 10° Londra Heathrow) e Vancouver in Canada. Niente da fare nemmeno nella top ten europea: le altre sei posizioni sono occupate da Francoforte, Copenaghen, Helsinki-Vantaa, Colonia e dai londinesi City e Gatwik. Ok, ci rifaremo almeno nel nostro orticello, il Sud Europa! Macché: ecco tre scali spagnoli (1° Barcellona El Prat, 3° Madrid Barajas e 10° Palma de Mallorca), uno turco (2° Istanbul Atatürk), uno greco (4° Atene), due portoghesi (5° Lisbona Portela e 6° Porto Francisco Sã Carneiro), due francesi (7° Nizza Costa Azzurra e 9° Marsiglia Provenza) e quello maltese. E non ci salvano nemmeno lo shopping e il cibo, che sono due nostri vanti. Meglio un würstel a Monaco di una pizza a Fiumicino, meglio uno zoccolo ad Amsterdam che un mocassino di pelle a Malpensa. L'unica classifica in cui compariamo è quella dei migliori scali specializzati in voli low cost: Orio al Serio è ottavo e Catania Fontanarossa decimo.

Altro che Paese delle griffe e del lusso, ci salviamo solo con il no frills , ovvero niente fronzoli. Oddio, vorrà dire qualcosa?

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