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Figuraccia di Franceschini. Palestra di Pompei chiusa il giorno dell'inaugurazione

Lunedì il ministro taglia il nastro e annuncia: "Agli scavi il vento è cambiato", ma i saloni restaurati sono off limits per mancanza di personale

Figuraccia di Franceschini. Palestra di Pompei chiusa il giorno dell'inaugurazione

A Pompei non c'era bisogno dell'inaugurazione (farlocca) della Palestra grande per continuare ad «allenarsi» a fare figuracce. Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, poteva infatti risparmiarsi i toni trionfalistici di quattro giorni fa, quando - impudentemente e imprudentemente - si è lanciato nelle lodi sperticate del «nuovo corso» nel sito archeologico più famoso del mondo. Avrebbe dovuto sapere, Franceschini, che a Pompei, più di lui (e del sovrintendente) comanda un certo Antonio Pepe (alias Antoine Pepè , alla francese, come lo chiamano gli amici), storico masaniello sindacale, capopolo dei custodi. E Antoine Pepè e i suoi fedelissimi che avevano subito fatto capire che sulla Palestra grande ci sarebbe stata ammuina . Traduzione: i saloni freschi di restauro - nonostante il taglio franceschiniano del nastro - sarebbero rimasti off limits al pubblico almeno durante l'orario diurno, facendo un'eccezione nell'orario serale (e neanche per l'intera settimana). Ma il ministro - davanti alle telecamere convocate in pompa magna per l'«evento» - non ce l'ha fatta a tenere un profilo basso: «Con la riapertura al pubblico della Palestra grande abbiamo restituito al mondo un luogo di incredibile bellezza e valore artistico. A Pompei, finalmente, il vento è cambiato...». E infatti il «vento» è talmente cambiato che, subito dopo la ripartenza di Franceschini, il portone della Palestra grande è stato subito sprangato. I turisti - ancora scottati dai cancelli chiusi trovati nel giorno della famigerata «assemblea sindacale» - si sono indignati: «Ma come? In tv è stato detto che potevamo visitare questa meraviglia, e invece troviamo l'ingresso sbarrato per “mancanza di personale”». La figuraccia - l'ennesima - (anche per merito del Corriere del Mezzogiorno che l'ha smascherata in tempo reale) è diventata di dominio pubblico, costringendo il ministro (e il sovrintendente) a provvedimento d'urgenza che ha consentito ieri alle 14 l'apertura della Palestra grande che dovrebbe (ma il condizionale è d'obbligo considerati gli intenti bellicosi di Antoine Pepè ) rimanere fruibile anche nei prossimi giorni senza eccezioni di orario.

Questo il testo della circolare inviata alla Soprintendenza: «Dopo la presentazione dei restauri della Palestra Grande degli Scavi di Pompei, avvenuta lunedì 3 agosto, molti visitatori hanno chiesto alla soprintendenza la possibilità di poter visitare anticipatamente i nuovi spazi e i restauri degli affreschi di Moregine. Per soddisfare le tante richieste la sovrintendenza ha predisposto un nuovo piano di apertura diurna, e non più solo serale come inizialmente previsto, che partirà dalle 14 di oggi».

Ma appena due giorni fa all'ingresso di porta Anfiteatro - secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno - raccontavano: «Sì, la Palestra è stata inaugurata, ma per il momento si potrà entrare solo il sabato sera».

Ma il sovrintendente Massimo Osanna non drammatizza: «La scelta era stata anche dettata dalla necessità di distribuire il personale di vigilanza della Soprintendenza, che come noto, è in numero non sufficiente a garantire l'apertura di tutti gli edifici dell'area archeologica, e di evitare di chiudere domus di recente aperte dopo i restauri».

Ma in fatto di gaffe inaugurali il ministro Francescini è recidivo, soprattutto a Pompei: nella primavera del 2014 sempre il responsabile del dicastero per i Beni culturali partecipò infatti anche al «virtuale» taglio del nastro di tre domus appena «restituite a tutti i cittadini del mondo». Risultato? Due di queste (quella di Trittolemo e di Romolo e Remo) sono attualmente chiuse al pubblico.

Anche qui, sicuramente, c'è lo zampino di Antoine Pepè.

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