Cronache

Una finalista è di colore. E a Miss Italia si "ricicla" la polemica razzista

Post sulla concorrente di origine cingalese: «Non puoi rappresentare la nostra bellezza»

Una finalista è di colore. E a Miss Italia si "ricicla" la polemica razzista

Correva - anzi, sfilava in passerella - il 1996, con la panterona Danny Mendez, unica Miss Italia di colore. Fu la prima risposta modernamente global a chi, spiazzato dalla novità, si ostinava a difendere il candido orticello epidermico di una non meglio precisata «bellezza italiana». Ma se già 23 anni fa era anacronistico sostenere che una ragazza dominicana «non poteva rappresentarci», figuriamoci oggi. Eppure è bastato un messaggio social («Tu non rifletti i nostri naturali canoni estetici, via da Miss Italia!») per riciclare il vecchio tormentone dell'«odio razziale».

Sarebbe bastato archiviare il post nella categoria «cretinerie» (purtroppo la più diffusa in rete) per chiudere il «caso». Invece, alla vigilia dell'ottantesima edizione del concorso di bellezza (tornato in Rai per un'unica puntata celebrativa), tutto fa brodo per - diciamo così - tenere alta l'attenzione su un appuntamento televisivo ormai lontano dai fasti di un tempo.

E così, al centro della vicenda, è finita la ventenne padovana Sevmi Tharuka Fernando, una delle 80 concorrenti aspiranti Miss Italia. La ragazza, nata a Padova e residente a Villanova di Camposampiero (Padova), ha origini cingalesi: il papà si è trasferito in Italia dallo Sri Lanka circa trenta anni fa e dopo alcuni anni è stato raggiunto dalla moglie.

La prima a solidarizzare con la collega è stata proprio Denny Mendez: «Auguri! In bocca al lupo»; messaggio laconicamente banale, cui Sevmi (professione: «modella per una scuola di hair stylist») ha replicato con altrettanta originalità: «Grazie infinite. Viva il lupo!».

«Purtroppo ci sono ancora tanti pregiudizi, tanta gente non accetta che io sia italiana solo perché ho la pelle scura. Fossi stata figlia di genitori tedeschi e fossi nata in Italia, sono convinta che questa discriminazione non sarebbe mai nata», ha spiegato al Corriere del Veneto l'italianissima (nonché fascinosissima) Sevmi, il cui curriculum recita: «Padovana, alta 171 centimetri, occhi e capelli neri, diplomata estetista con qualche esperienza in passerella come modella». La reginetta ha poi aggiunto: «È successo varie volte, da quando ho vinto la prima fascia alle selezioni locali del concorso, e anche recentemente. Sono persone che mi scrivono in privato per non esporsi, ma la questione non cambia. Partecipo al concorso anche per abbattere queste discriminazioni e continuo per la mia strada. Se qualcuno mi critica significa che sono stata notata tra le tante. Cosa ho risposto? Ignoro questi attacchi, perché credo che chi è così tarato non cambierà mai idea. Me ne infischio e vado avanti».

I genitori di Sevmi concordano con la figlia e, addirittura, hanno colto la palla al balzo per promuovere un «volantinaggio» in paese in vista del «voto di preferenza» che scatterà venerdì sera su RaiUno.

Tra le 80 finaliste, Sevmi dovrà vedersela anche con la concorrenza «straniera» di altre due ragazze: una di origine marocchina, l'altra ucraina. La patron del concorso, Patrizia Mirigliani, ricorda fieramente: «Oltre a Denny Mendez che vinse la corona nel '96, non dimentichiamo che nel 2017 si classificò in terza posizione Samira Rui, friulana di origini senegalesi».

Auguri Sevmi, sei tutti noi. O no?

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