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Finanziavano pure un imprenditore agli arresti

L'istituto sovvenzionava il suo gruppo già in crisi quando lui era ai domiciliari: 15 milioni al vento

Finanziavano pure un imprenditore agli arresti

In questa penosa storia, l'aspetto che più disgusta è l'indole filantropica che Banca Etruria dimostrava nei confronti di amici e amici degli amici. Di partito, s'intende. L'incompetenza degli amministratori ha prodotto una montagna di crediti inesigibili, concessi a destra e a manca. Centinaia di milioni a imprese cotte e decotte come quella dell'immobiliarista forlivese attivo nel settore del real estate, il geometra 57enne Pierino Isoldi, per anni al centro di numerose vicende giudiziarie relative al fallimento del suo impero immobiliare. Il suo nome torna di attualità con la fine della «sua» banca, l'istituto amico che nel 2010 ha erogato alla Isoldi Holding Spa, 10 milioni di mutuo e 5 di chirografario (finanziamento con durata massima di 5 anni). Isoldi non solo ha contribuito a far fallire la banca ma pure lui stesso nel giugno 2015: la mattina dopo la concessione di quel mutuo la Isoldi Holding Spa finì in amministrazione controllata. Soldi buttati al vento, gocce in un oceano di debiti. Aziende con entrambi i piedi nella fossa, alle quali Etruria dava fiducia, senza alcuna garanzia.

Ovviamente quei 15 milioni non sono mai rientrati nelle casse dell'istituto e si sono aggiunti a quei 90 milioni tra incagli e sofferenze. Cinque miliardi di crediti evaporati nel nulla iscritti a bilancio come perdite nel 2012 e 2013. Come se non bastasse nel 2011 Etruria ha erogato a Isoldi una nuova finanza per 17,6 milioni.Un cliente a dir poco inaffidabile, se si considera pure che nel momento in cui Etruria lo sovvenzionava, Isoldi si trovava agli arresti domiciliari, con tanto di braccialetto elettronico alla caviglia. Nel dicembre 2005 questo gentiluomo inscenò un'aggressione a scopo di rapina alla sua amante a Milano Marittima, per procurarle l'aborto del bambino che aveva in grembo, frutto della loro relazione. Condannato a 10 anni dal tribunale di Ravenna e a 12 anni dalla Corte di Appello di Bologna, fino alla sentenza in Cassazione nel maggio 2014, è stato sia in carcere (aprile 2013) sia ai domiciliari (febbraio 2014).Isoldi era già stato arrestato per appropriazione indebita di 13 milioni attraverso frode fiscale con l'utilizzo di fatture false: nel giugno 2012 passa quattro mesi e dieci giorni in cella e nel 2013 patteggia tre anni e mezzo con il pagamento al Fisco di 850mila euro e la promessa di risarcire altri 4 milioni all'Erario per l'evasione sui lavori alla villa-castello di Bertinoro. Soldi mai visti. Ecco chi era il Pierino Isoldi al quale Etruria dava credito.

A questo signore la Finanza ha sequestrato nel 2015, 200 milioni di euro tra palazzine e appartamenti di lusso (93 immobili), aree edificabili, vigneti e terreni agricoli, auto di grossa cilindrata e partecipazioni societarie di imprese immobiliari e agricole. Ad Etruria non è andato un euro.Infine aveva messo in piedi «un sofisticato meccanismo per incassare assegni (bancari e circolari) e vaglia cambiari trasferiti illecitamente nella Repubblica di San Marino», dicono dalla procura forlivese. L'immobiliarista «trasferiva titoli e contanti per circa un milione di euro attraverso fittizie movimentazioni tra le sue società e ignare persone da e per San Marino grazie a tolleranti istituti di credito italiani». Tra i quali Banca Etruria.

L'incontro di 18 giorni fa del procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi con il procuratore di Forlì ha proprio questo significato: le risposte alle sue tante domande su Banca Etruria potrebbero nascondersi nei traffici di Isoldi lungo la strada per Arezzo.FBos

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