Cronache

Il finanziere spia dei No Tav pagherà 6mila euro

Il sottufficiale avvertiva gli attivisti degli sgomberi. La moglie è tra i leader del movimento

Il finanziere spia dei No Tav pagherà 6mila euro

Faceva il doppio gioco. Partecipava, da maresciallo della Guardia di Finanza, alle riunioni delle forze dell'ordine in cui si organizzavano i blitz contro i no Tav. Ma nello stesso tempo, forse per amore visto che tra gli attivisti contro l'alta velocità c'era la moglie, comunicava agli stessi no Tav i piani di sgombero dei manifestanti al cantiere di Maddalena di Chiomonte, in Val di Susa, consentendo loro di organizzarsi e di sfuggire ai blitz.

Dovrà anche risarcire con 6mila euro il ministero dell'Economia per danno all'immagine la «talpa» dei no Tav, il maresciallo della Guardia di Finanza che nel 2011 dava informazioni agli attivisti sugli sgomberi programmati dalle forze dell'ordine. La notizia della condanna contabile è arrivata durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei conti di Torino. Secondo i magistrati, col suo comportamento, il maresciallo - nel frattempo condannato a sei mesi col patteggiamento per rivelazione di segreto d'ufficio, e punito con la perdita del grado e della funzione - ha arrecato un danno all'immagine delle Fiamme gialle. Danno che appunto deve essere risarcito con 6mila euro.

Il caso risale ormai a qualche anno fa. A tradire il sottufficiale le parole di uno degli attivisti no Tav, che dichiarò: «C'è un amico che ci dà notizie sui piani degli sbirri». A quel punto scattò la caccia alla talpa e l'incriminazione. Il maresciallo partecipava alle riunioni preliminari in Questura in cui venivano pianificati gli interventi.

E più di una volta avrebbe telefonato agli attivisti contrari all'Alta velocità per segnalare dettagli dei piani di sgombero, di fatto permettendo ai no Tav, compresi i più violenti e i Black bloc arrivati da ogni parte d'Italia, di spostarsi sui punti più indifesi del cantiere.

Commenti