Politica

Da Fini a Renzi Il cognato porta sempre indagini e guai

Da Fini a Renzi Il cognato   porta sempre indagini e guai

«Non tutti i mali vengono per suocere», diceva Totò in un vecchio film. E in effetti i mali, in politica, passano più spesso per un altro parente acquisito, il cognato. Ne sa qualcosa Gianfranco Fini, del ruolo che Giancarlo Tulliani, fratello della sua metà, Elisabetta, ha avuto nella parabola discendente della sua carriera politica. Da terza carica dello Stato a rinviato a giudizio per riciclaggio. In compagnia, appunto, del cognato e degli altri familiari.

Oggi a tenere banco è invece il cognato di un altro politico di rango, più fresco di caduta dal piedistallo, quel Matteo Renzi che suo malgrado qualche grattacapo lo aveva avuto pure col papà. Adesso gli tocca «difendersi» mediaticamente dai guai giudiziari di Andrea Conticini, marito di sua sorella Matilde, dal 2016 indagato dalla procura di Firenze per riciclaggio insieme ai fratelli, Alessandro e Luca, per i quali i magistrati ipotizzano anche l'appropriazione indebita. In pratica, stando al lavoro delle toghe toscane, buona parte delle donazioni intercettate dalla no profit «Play Therapy Africa», della quale Alessandro Conticini era direttore, sarebbero transitate sui conti personali del fratello del cognato di Renzi. Per poi essere almeno in parte utilizzate per vari investimenti. E il cognato, Andrea, avrebbe destinato parte dei soldi nel 2011 a società legate alla famiglia dell'ex premier: 133mila euro alla Eventi6 (le cui quote erano in mano alle sorelle di Matteo e alla mamma), 129mila alla Quality press Italia, 4mila alla Dot Media (che ha organizzato la Leopolda). Cifre più importanti sarebbero poi state investite in anni più recenti in immobili in Portogallo e in quote di un private equity dell'isola di Guernsey. Renzi ha subito invitato a non accostare il suo nome all'inchiesta. Ovvio che ci provi, non è indagato, e l'eventuale responsabilità penale è personale. In questo è più fortunato di Fini, che col cognato condivide il rinvio a giudizio. L'inchiesta fiorentina, peraltro, potrebbe affondare. L'appropriazione indebita, per cui sono indagati i fratelli di Andrea, è procedibile solo per querela di parte, come effetto della riforma Orlando.

E i «donatori» alla Play Therapy Africa non hanno, finora, sporto denuncia: i pm, via rogatoria, hanno chiesto ora se intendono farlo.

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