Economia

Fininvest vende un pezzetto di Mediaset ma tiene il controllo

Cessione del 7,79% a investitori istituzionali per approfittare del periodo di rialzo del titolo. Valore stimato 377 milioni

Fininvest vende  un pezzetto di Mediaset ma tiene il controllo

Fininvest fa cassa. Ieri, cogliendo il buon momento di Mediaset in Borsa, ha collocato sul mercato il 7,79% del capitale del Biscione presso investitori istituzionali, con un incasso di 377,2 milioni. La finanziaria che fa capo a Silvio Berlusconi, che detiene attualmente il 41,28% del gruppo televisivo. scenderà così al 33,4%, mantenendo comunque il controllo del gruppo televisivo di cui continuerà ad essere l'azionista di riferimento.

È stata utilizzata la procedura di «accelerated bookbuilding», una sorta di scorciatoia che consente di vendere più rapidamente un intero pacchetto azionario a investitori istituzionali, italiani ed esteri. Il collocamento sul mercato, curato da Merrill Lynch e Unicredit Bank in qualità di Joint Bookrunners e Joint Lead Managers, si è chiuso nella tarda serata di ieri. L'operazione verrà regolata il 17 febbraio, con consegna dei titoli e pagamento. Il prezzo di vendita è stato di 4,1 euro per azione, quindi con uno sconto rispetto al prezzo di chiusura di ieri in Borsa. Ieri Mediaset ha chiuso la seduta a 4,26 euro (in rialzo dell'1,48%). Sul mercato azionario sono stati collocati complessivamente 92 milioni di titoli.

«La liquidità che si renderà disponibile con questa operazione - spiega Fininvest - consentirà, tra l'altro, a Fininvest di proseguire nel rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale della società e di agevolare eventuali investimenti in un'ottica di diversificazione del portafoglio azionario».

Non è la prima volta, del resto, che la holding della famiglia Berlusconi si riposiziona nel gruppo di Cologno. Nel 2005, Fininvest cedette il 16,6% del capitale sociale di Mediaset a investitori istituzionali, utilizzando, anche allora, il metodo dell'«accelerated bookbuilding». Una cessione che aveva portato la partecipazione totale della famiglia Berlusconi, dal 50,9% detenuto direttamente e indirettamente, al 34,3% del Biscione, più o meno quello che avrà dopo l'operazione in corso. Durante il 2008, approfittando del ribasso del prezzo azionario, Fininvest è poi risalita fino a chiudere l'anno al 40,1% di Mediaset. Nel 2013 la holding della famiglia Berlusconi ha incrementato ancora la sua quota nel capitale del gruppo televisivo fino ad arrivare al 41,2% che deteneva fino attualmente.

Da sei mesi a questa parte, il titolo Mediaset ha guadagnato oltre il 40%: buon momento dunque per metterlo sul mercato e realizzare. Non va dimenticato che Fininvest ha dovuto pagare 491,3 milioni al gruppo Cir della famiglia De Benedetti a causa della sentenza che l'ha vista soccombere nella causa sul Lodo Mondadori, quindi un'iniezione di liquidità è più che accetta. Anche per tenersi pronto un «salvadanaio» che consenta di mettere le mani su opportunità che secondo i vertici di Fininvest potrebbero presentarsi sul mercato. La holding della famiglia Berlusconi manterrà alla fine del collocamento una quota superiore al 33% che le permetterà ancora di condizionare le assemblee straordinarie. Potrà così «continuare ad assicurare a Mediaset la stabilità di un azionariato di riferimento», come conclude la nota di Fininvest.

In linea con la prassi di mercato per operazioni similari, la holding della famiglia Berlusconi ha inoltre assunto nei confronti dei joint bookrunners un impegno di lock-up per un periodo di 120 giorni riguardante le azioni complessivamente detenute in Mediaset Spa al termine dell'operazione, fatte salve le eccezioni previste dalla prassi.

La giornata è stata anche «movimentata» da indiscrezioni riportate dal sito Dagospia, che dava il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, in procinto di dimettersi da tutti gli incarichi.

Ma il diretto interessato ha sgombrato subito il campo dalle illazioni:«Sono sciocche fantasie,che non vale la pena di commentare» ha detto Confalonieri.

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