Politica

Finire così? Meglio la guerra

Tutti noi, quando leggiamo certe notizie, trasaliamo e voltiamo pagina. Settantuno esseri umani morti in un Tir suscitano orrore e ribellione. Ci domandiamo perché tanta gente sia pronta a lasciare il proprio Paese per giungere(...)

(...) in Europa, rischiando di fare la fine del topo, come spesso accade ai migranti. D'accordo, si tratta di persone disperate, forse perseguitate in patria, probabilmente disposte a rischiare la pelle nel modo che sappiamo pur di avere anche solo la speranza di una vita normale.

Questa la premessa: africani e mediorientali preferiscono l'azzardo di una traversata in mare, su imbarcazioni poco raccomandabili, stipati quali sardine in scatola, o di un lungo cammino sulla terraferma, che non rimanere dove sono nati e cresciuti tra mille difficoltà, costretti a subire umiliazioni e sofferenze d'ogni tipo. I motivi dell'esodo ci sono molto chiari, non c'è bisogno di chiose. Ma non bastano a spiegare come mai gli extracomunitari (chiamateli pure diversamente, non è questo il punto) siano persuasi che dalle nostre parti possano trovare l'Eldorado, quando è scontato che il Vecchio continente non offra grandi opportunità ai nuovi venuti, non fosse altro perché privo di mezzi sufficienti e di lavoro per garantire loro una esistenza decente.

È inammissibile che siriani e popoli di colore paghino fior di «pedaggi» per emigrare dove nessuno li accetta, non per cattiveria o egoismo, bensì per mancanza di spazi e di fondi sufficienti allo scopo di accoglierli come Dio comanda. Essi saranno al corrente o no che l'Europa è in procinto di scoppiare e non è all'altezza di ospitare orde di stranieri? Ci rifiutiamo di pensare che, in un mondo globalizzato, nel quale le informazioni viaggiano alla velocità della luce, non sia noto ai migranti che abbiamo esaurito le risorse per soccorrere i nostri connazionali poveri, figuriamoci se ce ne avanzano per fornire ai forestieri vitto, alloggio e assistenza sanitaria.

L'Italia, in particolare, è obbligata a tagliare la spesa per la salute dei propri cittadini: dove può recuperare i denari onde curare coloro che vengono da lontano? È un concetto così elementare che mi stupisco non sia afferrato da chi, sfidando la morte, piomba sulla penisola illudendosi che qualcuno disponga della bacchetta magica allo scopo di reperire capitali e di moltiplicare gli appartamenti come qualcuno fece, limitandosi però ai pani e ai pesci che, riconosciamolo, valevano meno.

Inoltre, vogliamo dire che a Roma scarseggiano i politici capaci di fare miracoli? Poiché la situazione è esattamente quella descritta, sarebbe opportuno inaugurare una campagna pubblicitaria internazionale per rendere edotti (evitando giri di parole, fonte spesso di equivoci) gli uomini e le donne pronti a partire, che conviene loro rimanere dove sono, se non altro per schivare il pericolo di affogare o quello di farsi mantenere dalla Caritas o, peggio ancora, di delinquere per mettere insieme il pranzo con la cena?

Non sarebbe logico che i potenziali migranti si rassegnassero a essere stanziali e ad avviare in casa propria una rivoluzione idonea a trasformare i loro Paesi in luoghi civili, adatti a soddisfare le esigenze primarie di ciascuno di essi? È vero, le migrazioni di massa sono sempre avvenute, dalle origini del mondo ad oggi. Attenzione, però: non sono mai state pacifiche. I barbari che invasero l'Impero romano menarono le mani a più non posso, con guerre feroci, sanguinose e di lunga durata. I romani si difesero strenuamente. Poi persero, e le cose si conclusero come è noto.

A distanza di secoli e secoli, la storia di ripete: se rinunciamo a priori a batterci, sarà fatale la sconfitta; rinunceremo anche a trattare la resa. Saremo dominati, schiacciati, fatti a pezzi da musulmani e neri (non è lecito scrivere negri, perché la mamma non vuole). Voliamo allegramente verso il nostro destino di imbelli e di buonisti stolti: più che dal paradiso siamo attesi da un coltello che ci taglierà la gola e la testa.

La prospettiva non è attraente ma sarà inevitabile, signori cretini.

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