Politica

Fisco e minimi tariffari 15mila professionisti sfilano contro il governo

In piazza 140 diversi ordini: chiedono equo compenso e meno tasse. «Redditi giù del 22%»

Fisco e minimi tariffari 15mila professionisti sfilano contro il governo

Architetti, ingegneri, avvocati, medici, notai. I professionisti ieri sono scesi in strada a Roma organizzando un corteo da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni al quale hanno partecipato oltre 15mila persone. L'obiettivo era richiamare l'attenzione delle istituzioni sulla necessità di introdurre un equo compenso per le prestazioni dei lavoratori autonomi reintroducendo i minimi tariffari che furono aboliti nel 2006.

«Abbiamo fatto la storia dei professionisti in Italia», ha commentato Alessandro Ridolfi, presidente dell'Ordine degli architetti di Roma, aggiungendo che «si è riuscito a far comprendere ai cittadini l'importanza e la qualità dei servizi che offriamo, ma soprattutto ci siamo battuti per le giovani generazioni costrette a emigrare perché in Italia ritengono ci sia un futuro fatto di compensi miseri». Il prossimo passo è già delineato. «Ora la politica, che ci ha ascoltato, deve impegnarsi per una legge che tuteli le professioni intellettuali, le stesse che oggi hanno manifestato e che svolgono una funzione riconosciuta dalla Costituzione».

L'iniziativa di ieri ha coinvolto oltre 140 ordini da tutta Italia che hanno voluto sottolineare come i redditi dei professionisti, successivamente all'abolizione dell'equo compenso, abbiano registrato una riduzione del reddito pari al 22% tra il 2007 e il 2014. Larghe fasce di iscritti denunciano compensi attorno ai 10mila euro lordi annui, mentre per le professioni tecniche si sale leggermente nel range 17mila-30mila euro annui. La concorrenza al ribasso che impoverisce la qualità dell'offerta, secondo i professionisti scesi in piazza, non è l'unico problema poiché essi devono confrontarsi con una burocrazia asfissiante (obbligo di Pos, la cangiante normativa degli appalti) e con un fisco opprimente reso ancor più gravoso dalla normativa sullo split payment dell'Iva che presto li colpirà.

«Fratelli d'Italia ha presentato diversi emendamenti alla manovra finanziaria per tutelare i professionisti», ha commentato Giorgia Meloni, leader di Fdi che ieri è stata rappresentata in piazza dal capogruppo alla Camera, Fabio Rampelli che ha denunciato «l'attacco targato Pd al ceto medio». Tra le proposte di modifica l'introduzione di un'opzione particolare per la detraibilità dell'Iva. «L'equo compenso, dopo le liberalizzazioni mal gestite dell'epoca Bersani, e più in generale una maggiore sensibilità verso le istanze del comparto sono doverosi: ne va della qualità del servizio offerto ai cittadini e della dignità di un settore di eccellenza quale quello delle professioni», ha dichiarato Francesco Paolo Sisto (Fi). «C'è un impoverimento trasversale che coinvolge tutti», ha dichiarato Alessandro Pagano (Lega Nord - Ncs) aggiungendo che il Carroccio ha «un programma che condanna queste tre idrovore: l'euro, le società professionistiche con sedi in India o in Albania, il fisco vampiro». Considerando che ieri ha partecipato alla manifestazione pure il Movimento nazionale guidato da Francesco storace e Gianni alemanno si può ben dire che il centrodestra abbia ritrovato le ragioni dell'unità facendo quadrato attorno alle ragioni dei professionisti.

Anche la sinistra si è fatta sentire.

In piazza c'era l'ex viceministro Stefano Fassina (Si) che si è scagliato contro gli «effetti devastanti del mercato unico europeo».

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