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Flat tax al 15% per le partite Iva Forza Italia cerca il blitz in Aula

Pronta l'offensiva azzurra per modificare il dl Dignità: "Aiuta 600mila persone e fa ripartire l'economia"

Flat tax al 15% per le partite Iva Forza Italia cerca il blitz in Aula

Forza Italia si prepara alla seconda offensiva per la flat tax a favore delle partite Iva. E se in Commissione la proposta di cui è prima firmataria Mara Carfagna è stata respinta, non senza qualche imbarazzo, dalla maggioranza pentagrillina, ora con l'approdo in aula potrebbe aprirsi uno spiraglio importante per la sua approvazione.

I segnali che arrivano dal viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia, sono incoraggianti, e così esiste qualche possibilità che possa arrivare una «autentica iniezione di libertà per centinaia di migliaia di professionisti e piccoli imprenditori», come spiega la Carfagna. L'idea di fondo è far ripartire il lavoro introducendo subito una flat tax al 15% per i professionisti, i precari, i free-lance e le altre tipologie di partite Iva.

In sostanza si tratterebbe di estendere il limite per il regime dei minimi da 30mila a 50mila euro l'anno. I possessori di partita Iva pagherebbero quindi una flat tax al 15% fino a tale importo, con una fascia di uscita graduale sino a 55.000 euro. «L'attuale limite a 30mila euro è un'agevolazione utile, ma finisce per intrappolare molti di loro sotto quella soglia: se guadagni anche solo un euro in più, perdi il beneficio e paghi Irpef e Iva ordinarie» sottolinea l'esponente azzurra. Al contrario «innalzare il limite a 50mila per la tassazione al 15% e prevedere poi un phasing-out al 24% per i successivi 5mila euro di fatturato favorirebbe la crescita, scoraggerebbe il sommerso e semplificherebbe gli adempimenti burocratici-fiscali per una fascia più ampia di lavoratori autonomi». La platea di riferimento sarebbe molto ampia: «Stiamo parlando di un esercito di 600mila persone, non garantite da contratti o da tutele, freelance e creatori del proprio lavoro».

Forza Italia, per non dare alibi al governo e indurlo a porre la fiducia, ha anche limitato il numero degli emendamenti. «Non saranno le opposizioni a dare alibi al governo se intende porre la questione di fiducia al decreto Di Maio» dice Renata Polverini, che sarà la relatrice di minoranza di Forza Italia al decreto dignità. Forza Italia, con lo stesso senso di responsabilità che ha già dimostrato in Commissioni congiunte Lavoro e Finanze, depositerà per la discussione in Aula alla Camera dei deputati, massimo cento emendamenti. Questo perché intendiamo discutere nel merito e soprattutto perché vogliamo riscrivere il testo che al momento, come già certificato dall'Inps, farà perdere almeno 80mila posti di lavoro nei prossimi anni. Su questo, ma anche sulla norma transitoria occorre correggere il testo. È inaccettabile, nell'interesse dei lavoratori e delle imprese non dare il tempo, almeno fino al 31 dicembre, per la riorganizzazione che le nuove norme impongono». Forza Italia proverà a far sentire la propria voce anche sui voucher «anche perché la norma, introdotta in Commissione, che consente il loro utilizzo nel settore del turismo, limitandolo alle aziende di ricezione, oltre a produrre il forte rischio di abusi, crea un ennesimo elemento di concorrenza sleale in un mercato già difficile.

Bisogna ascoltare lavoratori e imprese, senza dare luogo a comportamenti irresponsabili».

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