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Flavio icona della sinistra, è lui il nuovo Fini

È bastato che litigasse con Salvini per trasformare il sindaco di Verona da razzista in eroe dei progressisti

Flavio icona della sinistra, è lui il nuovo Fini

Tra gli scienziati è nota come «sindrome di Gianfry», dal primo caso studiato, quello di Gianfranco Fini. Sempre pronta a colpire nel centrodestra, i sintomi sono tuttavia inequivocabili: Lilli Gruber inizia a coccolarti come uno statista (e non più come un troglodita), si aprono le porte dei salotti bene, il disprezzo si tramuta in sincera stima, Gad Lerner tifa per te, fioccano inviti e interviste per dare del «dittatore» (che fai mi cacci?) al nemico finalmente comune, si manifestano improvvise svolte politicamente corrette (dazio imprescindibile per essere ammessi nell'establishment), persino sul Manifesto diventi «una persona intelligente», tutto intorno un'aura di eroismo e martirio per essersi ribellato al desposta di turno nel centrodestra. Santoro ha subito colto l'analogia e li ha invitati insieme in tv: Fini e Tosi.

Per l'ex leader di An era stata fatale la poltrona di presidente della Camera, che gli ha spalancato (a lui che «veniva dalle fogne», come si diceva dei missini) onori e privilegi inebrianti, mentre per Tosi, da anni l'uomo forte a Verona (città ricca, poltrona di potere, seppure locale), il progetto di scalare la Lega e poi il centrodestra va avanti da tempo, prima col benestare dei vertici del Carroccio, poi in dissenso, fino all'inevitabile scontro. Inevitabile, anche, incrociare per strada i leader con lo stesso obiettivo (un centrodestra più educato, non populista e zotico). Così, quando nel 2011 Fini e Casini si ritrovano in Fiera a Verona per sondare il terreno del nord leghista, Flavio Tosi si presenta a sorpresa per fare gli onori di casa, anche se lo slogan della convention del Terzo polo, tentativo di coalizione finito nel nulla, è «Viaggio nel nord tradito» (sottinteso: tradito dal governo Pdl più Lega, il suo partito). E sono subito effusioni e attestati di grande stima: «Tosi è un sindaco accorto - si complimenta Fini - anche lui tenta di guardare al di là del bunker dove si sono asserragliati Berlusconi e la Lega». Mentre da Tosi arrivano inviti a Fini a unirsi in un nuovo centrodestra (lì il Senatùr emette il suo delicato giudizio su Tosi: «È uno stronzo»).

Fabrizio Comencini, a lungo segretario della Liga veneta fino alla cacciata decisa da Bossi nel '98, conosce bene la storia di Tosi, veronese come lui. E la legge così, intervistato da Formiche : «Tosi è cambiato, da personaggio barricadero è entrato nel salotto buono della finanza veronese, la più importante in Veneto, gettando le basi di rapporti proficui con la Fondazione Cariverona, azionista di Unicredit, con il Banco popolare, Cattolica assicurazioni e Cattolica banche. Credo che in quegli ambienti sia nata poi la conoscenza con Corrado Passera e altri. La creazione della Fondazione “Ricostruiamo il Paese” (motivo della sua rottura con la Lega, ndr ) è figlia di questo percorso di accreditamento con personaggi di alto livello».

La mutazione di Tosi, che viene dalla destra (anzi era dipinto come «razzista») ma che adesso, per aver fatto a botte con Salvini «perché ha portato la Lega a destra», sembra uno di sinistra, inizia con la crisi della leadership di Bossi. Tosi si presenta come il leghista dal volto buono, quello che non dice cose turpi, che non agita slogan alla Salvini, che stringe la mano alla ministra Kyenge scusandosi per gli insulti leghisti. Il sindaco diventa un ospite frequente dei programmi di Gad Lerner, il giornalista più antileghista del panorama nazionale. Non a caso Lerner adesso twitta: «Schiavo del personaggio che si è cucito addosso, Salvini non poteva che calpestare Tosi». Tosi all'inizio aveva tolto la foto di Napolitano («Un comunista, non mi rappresenta») per metterci Pertini. Nel 2010 rimette Napolitano (detestato dalla Lega): «È un arbitro imparziale».

A Verona lancia, tra i primi, un registro per le coppie di fatto, anche omosessuali. Appena può ci tiene a sottolineare che lui con Berlusconi non c'entra nulla, altra medaglia negli ambienti che contano. «Non lo vedo da qualche anno, si vede che gli sto antipatico» scherza in radio. Flirta con Fitto (e Alfano flirta con Tosi, pronto a sostenerlo in Veneto se si candiderà) e con l'ex banchiere Passera («Con Tosi condivido il no a una Lega con Casapound»). La piddina Moretti, candidata in Veneto, gli fa i complimenti («Lo conosco, è bravo, persona moderata»), mentre il filosofo ex sindaco Pd di Venezia Massimo Cacciari dà la sua benedizione: «Tosi espulso dalla Liga può essere un elemento essenziale nella formazione del nuovo schieramento di centro con Casini, Passera e altri».

Manca solo un incoraggiamento da Fini e un editoriale di Scalfari e gliele hanno tirate tutte.

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