Mondo

Flop dei Popolari e Junqueras eletto dal carcere

Flop dei Popolari e Junqueras eletto dal carcere

Madrid Divisa tra destra e sinistra, ma non nel senso tradizionale, come in ogni democrazia bipartisan. La Spagna è profondamente spaccata tra i partiti favorevoli e contrari al processo d'indipendenza della Catalogna. È questa la prima fotografia a caldo delle elezioni legislative di ieri con l'89% di collegi scrutinati. Nei comizi elettorali pochissimi riferimenti alla ripresa economica, al femminismo, alla corruzione, all'ambiente, all'immigrazione e all'Europa. Silenzio su questi temi. Il Psoe di Pedro Sánchez ha rispettato le stime: con un 28,9 per cento e almeno 123 seggi. Non male per un leader finito alla Moncloa per otto mesi senza le urne, ma per il meccanismo di «sfiducia costruttiva». Da oggi può battezzare la sua coalizione, con una maggioranza minoritaria, mentre arrivano le europee. E rimane su tavolo la spinosa questione Catalogna dove la Sinistra Repubblicana di Oriol Junqueras che ha fatto propaganda dal carcere ha guadagnato seggi sulla spinta del rancore contro Madrid.

Il PP del giovane Pablo Casado crolla nelle preferenze. Sono lontani i tempi in cui prendeva oltre il 40 per cento. Erano i tempi di Aznar che, ritornato alla luce in queste settimane, ha tentato di restituire smalto a un partito rovinato da corruzione e sentenze. In soli cinque anni Unidos Podemos di Pablo Iglesias ha visto le stelle e le stalle col boom delle europee del 2015 al 21 per cento: dopo i litigi interni, per gli ex Indignati il 14,3 per cento di ieri è un buon risultato. Sono loro i fondamentali alleati di Sánchez, ma vogliono dialogare con gli indipendentisti catalani.

Albert Rivera, invece, con Ciudadanos ha sempre chiuso ogni dialogo con la Catalogna secessionista: è cresciuto al 15,8 per cento, ma non sarà facile convivere nella coalizione con Vox. L'estrema destra di Santiago Abascal prende il 10,2 per cento.

È la Spagna rimasta troppo a lungo in silenzio, esplosa con la crisi catalana come affermazione dell'unità del Paese. Vuole l'ordine, della patria, del sacro destino nazionale così come del ventre materno, ed è contro gay e indipendentisti. Odia i tremolanti sinistrorsi. E come Bossi raccoglieva ampolle d'acqua alle fonti del Po, così Abascal s'inchina nella grotta dove Don Pelayo si nascose dai musulmani invasori e da lì fece partire la Reconquista. Per Santiago è un momento storico.

E sarà l'incubo della sinistra.

Commenti