Politica

Foa: «Cambiare il sistema di voto»

Il presidente Rai interviene sulla questione delle giurie di qualità

Laura Rio

Anche Marcello Foa, presidente Rai, è intervenuto sulla bagarre del voto popolare di Sanremo. Lui, campione del sovranismo, ha commentato: «Questo sistema di televoto secondo me va corretto chiaramente proprio perché il pubblico si senta rappresentato». Giusto, lo ha detto pure Baglioni, che ha vissuto la questione in prima persona. Foa ha anche aggiunto: «Ne terremo conto nel prossimo Festival». Pensarci prima, no? Comunque il suo pensiero si aggiunge a quello di molti altri indignati per il ribaltamento del giudizio popolare. Ricordiamo, per chi ancora non lo sa: il televoto ha premiato Ultimo, ma le scelte della giuria di qualità e della sala stampa (la prima pesa sul giudizio finale per il 20 e la seconda per il 30 per cento), hanno fatto passare in testa Mahmood. Apriti cielo: la vittoria di un giovane con padre egiziano ha scatenato le più incredibili polemiche. Chi, da sinistra, plaude all'incoronazione di un figlio di immigrato. Chi, a destra, ritiene la cosa ingiusta. Al netto delle polemiche, resta il fatto che sia evidente che a scegliere debbano essere gli spettatori e i consumatori di musica, e non giurie di esperti che rappresentano una piccolissima parte del pubblico. Comunque, per quello che può contare, anche noi come tanti colleghi giornalisti inviati a Sanremo, testimoniamo che la scelta è stata fatta per puro gusto personale. Non certo per punire Ultimo, come invece lui crede e ha urlato in sala stampa, avvelenato dall'essere arrivato al secondo posto. Per fortuna Salvini, che sa mettere le pezze ai casini (fatti ad arte) che crea con i suoi tweet («Mahmood mah.. preferivo Ultimo», aveva commentato subito), ha detto in un'intervista alla Stampa: «L'ho chiamato... Gli ho voluto dire che si deve godere la vittoria e che sono felice per lui. È un ragazzo italiano, che suo malgrado è stato eletto a simbolo dell'integrazione. Ma lui non si deve integrare, è nato a Milano. Lo hanno messo al centro di una storia che non gli appartiene». Proprio non ha bisogno di integrarsi: la sua famiglia (13 zii) possiede ben 10 bar a Milano. Quello che il titolare del Viminale contesta, invece, è la giuria d'onore: «Una giuria senza senso, mancava solo mio cugino e sarebbe stata completa». Mentre si rincorrono i tweet, la Rai, e anche il presidente Foa, si godono il successo di ascolti, anche se inferiore allo scorso anno, con una media delle 5 serate di quasi il 50 per cento di share e 10 milioni di spettatori, con punte altissime tra i giovani e gli incassi pubblicitari: 31 milioni per gli spot. E si godono anche il riverbero (il segno più Auditel) su tutti gli altri programmi, da Unomattina a Storie italiane a Vieni da me a Vita in diretta, che si sono occupate del Festival.

Domenica in, ieri, è arrivata al record del 27 per cento di share.

Commenti