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Follia M5s: il curriculum anonimo «anti disparità»

Assunzioni al buio per legge. Via i dati personali per aiutare donne e soggetti svantaggiati

Follia M5s: il curriculum anonimo «anti disparità»

Roma - Non è vero che il presidente della Camera, Laura Boldrini, sia l'unica parlamentare a portare avanti la battaglia per la parità di genere con iniziative spesso estemporanee (come il cambio dei tesserini dei funzionari di Montecitorio declinati al femminile). Tra le sue epigoni si può citare a buon diritto anche la deputata grillina, Tiziana Ciprini. Di recente ha infatti presentato una proposta di legge per favorire l'inserimento delle donne nel mondo del lavoro suggerendo alcune innovazioni molto particolari. Tra queste il «curriculum anonimo» che avrebbe lo scopo di «combattere le discriminazioni contro donne, over 50 e altri soggetti svantaggiati».

In pratica si tratterebbe di sperimentare la cancellazione ex abrupto di ogni riferimento personale come «nome, sesso, data di nascita, situazione familiare del candidato, fotografie» facendo sopravvivere solo il profilo formativo/professionale. Ciprini cita l'esempio di una prassi già avviata in Gran Bretagna ove alcune agenzie per il lavoro hanno esposto cartelloni pubblicitari che recitano We want your skills, not your identity («Noi vogliamo le tue abilità, non la tua identità»). Il che sarà pure possibile anche se riesce, tuttavia, difficile immaginare come un responsabile delle risorse umane possa farsi un'idea del candidato senza sapere alcunché di lui al di fuori dei titoli di studio, delle esperienze lavorative e delle eventuali conoscenze linguistiche e informatiche.

Non è la sola novità proposta dall'onorevole pentastellata. Ad esempio, sulla falsariga boldriniana ella suggerisce alle aziende di adottare un «piano di azioni, condiviso dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali che ne valutano i contenuti, volto a colmare il divario retributivo e le disparità di trattamento». Ancorché l'iniziativa sia lodevole, sebbene i contratti di lavoro già prevedano retribuzioni uguali per uomini e donne, la misura potrebbe risolversi in una semplice concentrazione delle attività di pianificazione (come le riunioni) negli orari mattutini quando le madri di famiglia hanno più opportunità di dedicarsi al lavoro perché i figli sono a scuola.

Di difficile interpretazione, invece, la proposta di riconoscere alle aziende una detrazione d'imposta per l'acquisto di dispositivi informatici che servano a erogare «servizi a favore dei dipendenti e delle loro famiglie».

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