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La Fornero si ribella alla Consulta: "Non capisco..."

All'indomani della bocciatura della Corte Costituzionale, l'ex ministro: "Lo stop all’indicizzazione era imposto dall’emergenza"

La Fornero si ribella alla Consulta: "Non capisco..."

"Non riesco a capire". L'ex ministro del Welfare Elsa Fornero difende la sua riforma delle pensioni. Lo fa nonostante la bocciatura dell Corte costituzionale. "Bloccare le pensioni alte, o comunque non quelle più basse, in un momento di grave crisi finanziaria è una manovra contro la quale è difficile eccepire".

La Corte Costituzionale ha messo in chiaro, una volta per tutte, che il blocco dei trattamenti pensionistici al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps è illegittimo. "La prima osservazione è che non era certo una norma stabilita da me - spiega la Fornero in una intervista alla Fornero - per una volta, il governo Monti era stato unanime nel ritenere che per ragioni di emergenza finanziaria fosse motivato stabilire quel blocco. Non era facile, e di fatti io stessa ne fui colpita, e chiesi che la norma non fosse estesa a chi percepiva 1000 euro al mese, o meno. Una richiesta personale fatta proprio alla luce della mia comprensione dei problemi". La norma non faceva parte della riforma pensionistica. "Non fu una norma proposta da me e non entrò nella riforma - continua l'ex titolare del Welfare - fu dovuta alla situazione economica tragica del Paese, da tutti conosciuta. Il governo impose il blocco per due anni. E l’indicizzazione delle pensioni più basse fu sbloccata grazie al mio intervento".

"È difficile pensare che quella norma fosse incostituzionale nelle circostanze di quel periodo - conclude la Fornero - non si trattava di una retribuzione differita a chi la percepiva, non corrispondeva ai contributi versati. E questa norma arrivava in un momento in cui tutti piangevano per i giovani senza lavoro.

È difficile vederla ora come incompatibile con la Costituzione".

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