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A forza di gaffe Hollande ha sepolto la sinistra

Ha ridotto ai minimi termini il partito socialista. Sarà ricordato per l'incubo Isis e i suoi flirt

A forza di gaffe Hollande ha sepolto la sinistra

Un'ambizione smisurata e il carisma che manca del tutto. Come una macchina di lusso senza benzina. È un addio triste quello di François Hollande, monsieur Mediocrité; il presidente che ha saputo ridurre ai minimi termini il partito socialista, che lascia dietro di sé solo macerie, e corna. È la prima volta nella storia della Quinta Repubblica che un presidente in carica rinuncia a ripresentarsi. Prima di lui solo Mitterand, ma allora c'erano motivi di salute.

A dicembre, quando ha dato l'annuncio ufficiale, i sondaggi erano praticamente una vergogna: il 14 per cento. Dopo cinque anni di governo Hollande lascia una Francia più piccola davanti al mondo. Disorientata e indebolita dalla Germania della Merkel, colpita al cuore dal terrorismo jihadista, il Paese che ha inventato la politica moderna, si è poi trovato ad affrontare l'epoca del Bataclan e della Promenade des Anglais avendo come comandante in capo un presidente soprannominato «il budino».

Eppure il destino gli aveva dato carte vincenti. Una compagna, Segolene Royale, paziente e generosa con lui, i quattro figli, la stampa a coccolarlo; la sua volata presidenziale tirata dalla caduta in disgrazia del lanciatissimo Strauss-Kahn azzoppato dallo scandalo sessuale con la cameriera a New York, dall'altra parte un Sarkozy in grande calo di popolarità. Lui all'inizio si era impegnato a fondo, partendo proprio da quel fisico non proprio tonico che lo tormentava. Aveva seguito la dieta Dukan, la stessa della principessa Kate Middleton prima delle nozze. Aveva perso peso, ma di carisma niente da fare. Ancora latitante. In compenso il signore buffo e goffo collezionava figuracce e fotografie da censurare. Come quella scattata dalle agenzie all'inaugurazione dell'anno scolastico in una scuola di Denain, Francia del Nord. Era il 2013, un'immagine con uno sguardo talmente ridicolo che l'Afp l'ha dovuta marcare con una croce rossa con la dicitura mandatory kill (obbligo di cancellazione). Una solerzia che il mondo giornalistico non ha mostrato verso altri potenti.

Poi la caduta.

A partire dalla sfera privata, le foto dello scandalo di lui e della sua amante, l'attrice Julie Gayet. Lui, che già non era piaciuto quando aveva lasciato Segolene Royale, la compagna praticamente perfetta, cresciuti uniti con il sogno della politica, i quattro figli, mollata a bruciapelo come un'adolescente per Valerie Trierweiler, agguerrita giornalista conosciuta durante un'intervista. In quell'occasione aveva sfoderato il suo sex appeal, lei che tragicamente cade tra le sue braccia, innamoratissima e perdutissima e gelosissima si era portata a casa il suo François. Lui però - fedele alla linea - non aveva voluto saperne di matrimonio; come per Sego, neppure per Valerie. Nonostante il protocollo, nonostante le visite di Stato, nonostante i consigli di Carlà che aveva suggerito: «Sposatevi, sarà più facile». Ma niente, Hollande non si era lasciato convincere. E così, il presidente duro e puro, aveva sfidato le convenzioni, con Valerie la «first girlfriend» un passo indietro, presentandosi solo alla corte della Regina Elisabetta. Poi, mentre i sondaggi erano già pesantissimi, sono arrivate le foto dello scandalo. Lui che scivola via come un amante qualunque in motorino da casa dell'amante. L'ira di Valerie che un po' se lo aspetta ma rosica, tanto da scrivere una biografia al veleno: «Lui i poveri li chiama i senza denti».

Eccolo l'ultimo tassello di un personaggio triste, armato anche di un'insospettabile cattiveria.

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