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Forza Italia non cade nella trappola renziana: "Mattarellum? Vediamo"

Berlusconi: così governerebbe una minoranza. Pressing di Lega e Fdi: intesa rapida poi al voto

Forza Italia non cade nella trappola renziana: "Mattarellum? Vediamo"

Roma - La proposta di Renzi di tornare al Mattarellum scuote il centrodestra: Salvini e Meloni aprono ma Berlusconi non ci sta. «In questo momento il sistema è tripolare e serve una legge che garantisca la rappresentatività. Altrimenti governerebbe una minoranza» è il suo pensiero. Insomma, il Cavaliere preferisce il proporzionale. La materia è delicata perché potrebbe provocare una grave lacerazione nel centrodestra così Brunetta calibra le parole: non va bene il metodo; poi, nel merito, si vedrà: «Si è detto che in Parlamento si deve trovare la più ampia maggioranza possibile per cambiare la legge elettorale, e io credo che con un baro come Renzi non si possa trovare alcun accordo se il suo stile è sempre lo stesso, cioè di dire, come ha fatto oggi: Il Matterellum, prendere o lasciare. Io la penso come Salvini, qualsiasi legge elettorale va bene, tanto battiamo Renzi. Purché Renzi non usi il potere, non usi il governo, non usi i poteri forti, i giornali, i giornaloni, purché Renzi non bari al gioco. Il centrodestra vince con qualsiasi legge elettorale».

Il problema è che Lega e Fratelli d'Italia scalpitano: vogliono il voto il prima possibile perché fiutano l'aria antirenziana che spira in queste settimane. E così sono pronti a sostenere il Mattarellum senza se e senza ma. Salvini ha fame di sfida: «Dico a Renzi: scegli tu la legge elettorale che vuoi e andiamo a votare il prima possibile. Se lui vuole il Mattarellum a me va benissimo». Gli fa eco Giorgia Meloni: «Renzi dice che ci vuole un articolo per riproporre il Mattarellum. Allora ci vogliono anche due settimane per approvarlo. Ci va bene se significa che torniamo a votare immediatamente». Forza Italia è ben più cauta, però. Deborah Bergamini respinge al mittente la proposta: «Renzi provi ad essere meno autoreferenziale e sul tema della legge elettorale dimostri di prediligere il dialogo al monologo, di saper cambiare le modalità di un confronto politico troppo spesso condotto con la forza anziché con la capacità di ascoltare». Idem Schifani: «L'ex premier dimentica che è giunto il momento in cui è il Parlamento a doversi occupare delle nuove regole, senza forzature come quelle fatte dal suo governo quando pose la fiducia sull'Italicum». Se è vero che basterebbe un solo articolo per riesumare il Mattarellum, è anche vero che il percorso per avere una legge elettorale funzionante è ben più arduo: andrebbero infatti ridisegnati i collegi e ci vuole tempo. Ecco perché non è definitivamente tramontata l'ipotesi del Consultellum, sostanzialmente proporzionale.

Al di là dei tecnicismi, il dibattito sulla legge elettorale torna a dividere la coalizione. Gli azzurri sono tentati di sostenere il proporzionale per tagliare fuori le estreme di destra e sinistra e poi sedersi a un tavolo per ragionare di Grosse koalition; i leghisti, viceversa, sono tentati di scaricare i berlusconiani. Tanto che Salvini torna a minacciare lo strappo: «Chiunque si allei con noi, a partire da Berlusconi, non può stare con la Merkel a Bruxelles e con Salvini in Italia».

L'ennesimo aut aut del Carroccio.

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