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Stabilità, via libera dall'Ue. Padoan: "Procedura non ancora scongiurata"

Il Cdm ha approvato le modifiche apportate al Def. Via libera dalla Commissione Ue. Berlusconi: "Sulle tasse il governo prende in giro gli italiani"

Stabilità, via libera dall'Ue. Padoan: "Procedura non ancora scongiurata"

Tutto pronto per il via libera della Commissione europea alla legge di stabilità italiana. La Commissione europea al momento non giudica alcuno stato dell’Eurozona in "significativa violazione" delle norme Ue di bilancio. Lo scrive il commissario Ue agli affari economici, Jirky Katainen, in una nota stampa in cui dà di fatto un primo via libera alle manovre di Italia, Francia, Austria, Slovenia e Malta, cioè i cinque stati considerati a rischio di "seria violazione" delle regole e ai quali la Commissione ha inviato la settimana scorsa lettere di avvertimento. Gli altri stati dell’Eurozona soggetti a tale esercizio di controllo non avevano suscitato la preoccupazione di Bruxelles.

"Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell’Unione europea - ha commentato il ministro Pier Carlo Padoan - vuol dire che anche l’Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione". Ha però aggiunto che una eventuale "procedura di infrazione non è ancora scongiurato. Nei prossimi mesi avremo a che fare con la regola del debito".

Il governo rivede la nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), sulla base delle raccomandazioni espresse dalla Commissione europea. Il Consiglio dei ministri ha approvato le modifiche apportate al Def. Il deficit scende nel 2015 al 2,6%, con una correzione che vale 4,5 miliardi. In una nota Palazzo Chigi scrive che "la struttura del disegno di legge di stabilità per il 2015 rimane immutata prevedendo, in continuità con i provvedimenti adottati nel corso del 2014, interventi per rilanciare la crescita economica supportando la domanda aggregata e la competitività del Paese".

Da giovedì il testo approda all’esame dell’Aula del Senato. E, come ha spiegato il ministro Boschi, "ci sarà un voto e saranno i presidenti di Camera e Senato a decidere le modalità". La differenza non è di poco conto. Per maggioranza e governo si dovrebbe votare a maggioranza semplice, poiché lo scostamento dal pareggio di bilancio è già stato autorizzato dalla Camera. Le opposizioni, però, a gran voce chiedono una nuova votazione a maggioranza qualificata. "Noi - ha aggiunto Boschi - riteniamo che l’autorizzazione allo scostamento dal pareggio di bilancio sia già stata approvata e che anzi potrebbe anche non essere necessario esprimere un voto".

Giova ricordare che la risoluzione che ha autorizzato il rinvio del pareggio di bilancio (che doveva essere approvata con una maggioranza qualificata dal Senato) lo scorso 14 ottobre è passata con gli stretti voti necessari: 161. A favore ha votato anche l’ex senatore M5S Luis Orellana.

Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, non fa sconti al governo: "Non pensi di limitarsi a una mera discussione in Aula della Nota di aggiornamento al Def, che invece deve essere integrata e modificata recependo i contenuti della lettera del ministro Padoan indirizzata alla Commissione europea, e ricominciare da zero il suo iter, con una nuova approvazione del documento in Consiglio dei ministri, e con una nuova approvazione in Parlamento sia della Nota al Def sia del piano di rientro concordato con l’Ue, come previsto dalla Legge". Ironico il commento di Laura Castelli, deputata del M5S: "E così il Def torna in Parlamento... che Governo di ignoranti".

Brunetta: via la tassa sulla prima casa

"Basta tasse sulla prima casa - tuona Brunetta -. Cancelliamo tre anni infami di patrimoniali sulle famiglie italiane. Torniamo al sistema di tassazione degli immobili come era con Berlusconi. Caratteristiche: è esclusa la prima casa; sostituisce la componente immobiliare di Irpef; non prevede aumenti di aliquota legati ai cosiddetti servizi indivisibili, per i quali già si pagano le già salate addizionali regionali e comunali. Nei fatti, tornare alla proposta di Imu federale del governo Berlusconi".

La tassazione sull'abitazione principale ha visto una vera e propria impennata a livello fiscale. Brunetta fa il riepilogo degli ultimi anni: "Nel 2011 (governo Berlusconi, quindi prima casa esente) il gettito derivante dalla tassazione sugli immobili in Italia ammontava a 11 miliardi di euro, diventati 24 miliardi con l'Imu di Monti nel 2012 e in continuo aumento fino a 30 miliardi con l'Imu e la Tasi di Letta e di Renzi nel 2013 e nel 2014: un aumento di circa 20 miliardi, tutti gravanti sulle tasche degli italiani, che noi dal 2015 vogliamo restituire".

E ancora: "Torniamo a un gettito totale di 11 miliardi, e le risorse necessarie per finanziare questa misura, pari a circa 20 miliardi di euro, le troviamo utilizzando il meglio della Spending review del commissario Cottarelli: un lavoro certosino che non merita di rimanere nel cassetto". Poi una nuova bacchettata al governo "la non riproposizione dell'imbroglio degli 80 euro, una misura iniqua, ingiusta, che nessun effetto ha prodotto sui consumi in Italia, né sulla ripresa".

Berlusconi: il governo prende in giro gli italiani

In un intervento sul settimanale Oggi (in edicola domani), Silvio Berlusconi non fa sconti al governo Renzi: "Se lo Stato riduce una tassa, come sta facendo oggi questo governo, ma invece di risparmiare toglie fondi alle Regioni che, per far funzionare la sanità, sono costrette ad aumentare le tasse regionali, allora si prendono in giro gli italiani". E aggiunge: "La sinistra, anche quella moderata, ha le tasse nel suo Dna. Per questo sono preoccupato: senza un netto cambio di mentalità, quello che la sinistra sembra non gradire, temo proprio che non ce la faremo".

Il leader di Forza Italia non dimentica di ricordare la propria ricetta: "La prima cosa da fare? Quella della equazione liberale per la crescita: meno tasse sulle famiglie, meno tasse sulle imprese, meno tasse sul lavoro. Uguale a: più consumi, più produzione, più posti di lavoro.

Naturalmente, perché tutto questo funzioni, occorre che il calo delle tasse sia reale".

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