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Forza Italia pronta al dialogo. "Ma niente maggioritario"

Gli azzurri aprono al confronto sulla legge elettorale "Omogeneizzare le Camere con premio alla coalizione"

Forza Italia pronta al dialogo. "Ma niente maggioritario"

Prosegue la partita a scacchi sulla legge elettorale. In chiaro, il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta distilla ottimismo: «Speriamo sia la volta buona. Pare che il Partito democratico finalmente abbia deciso quale modello elettorale proporre agli altri gruppi parlamentari in Commissione Affari Costituzionali». Peccato, però, che non sia proprio così. Le proposte sul tavolo sono ancora tante e troppo variegate; tanto è vero che Forza Italia, Pd e centristi hanno chiesto un ulteriore rinvio per la presentazione del testo base. In ogni caso nessuno si dice indisponibile a discutere, tanto meno il partito di Berlusconi. Brunetta specifica: «Noi siamo pronti e disponibili a discutere di tutto con tutti. Il problema è fare presto e bene una legge elettorale che risponda al quadro mutato del tripolarismo-quadripolarismo italiano». Sì, insomma, vade retro maggioritario. E ancora: «Non c'è più il bipolarismo - dice il capogruppo - quindi serve una legge a base proporzionale; noi diciamo con un premio di maggioranza alle coalizioni, e serve una omogeneizzazione tra Camera e Senato. Si tratta di vedere se ci saranno i collegi o no, se ci saranno le preferenze o no, ma questo è l'argomento della discussione».

Ed ecco il pensiero di Berlusconi: secondo il Cavaliere Renzi è ancora nella fase tattica che però ha una sua lucidità. Il neo eletto segretario del Pd offre proposte a tutti, sia ai Cinque Stelle sia a Forza Italia, convinto che sarà difficile trovare la quadra. La mossa servirebbe per poi andare dal capo dello Stato e dimostrare che, nonostante tutte le buone intenzioni, questo Parlamento non è in grado di scrivere una buona legge elettorale. «Vedi, caro Mattarella, stiamo solo perdendo tempo», dovrebbe dire Renzi al presidente della Repubblica.

La mossa servirebbe a fare in modo che il Quirinale acconsenta a che sia il governo a mettersi in mezzo. Il premier, cioè, potrebbe - ma solo con un nulla osta del Colle - intervenire con decreto legge che riveda in modo minimale l'Italicum rivisto dalla Consulta e che soprattutto armonizzi le due leggi elettorali attualmente in vigore per Camera e Senato.

E Forza Italia? Per Berlusconi sarebbe un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il pieno: la legge elettorale sarebbe proporzionale; e questo al Cavaliere sta bene. Come starebbero bene anche i capilista bloccati, che interessano molto anche a Renzi.

C'è però il bicchiere mezzo vuoto: Renzi non ha alcuna intenzione di modificare il premio alla lista concedendolo alla coalizione come invece chiede il leader di Forza Italia. Questo, per Berlusconi è un fastidio non da poco perché lo costringerebbe a fare un listone con Salvini. Un'ipotesi, questa, che oggi viene vissuta come una forzatura se non addirittura una sciagura. Il centrodestra diviso rischia di perdere ma soprattutto né il Carroccio né Berlusconi vogliono un matrimonio così stretto.

Il rischio, quindi, è che si vada tutti separati e che nessuno raggiunga la soglia necessaria per la conquista del premio di maggioranza. Frammentazione pura e ingovernabilità.

Salvo un governo di grosse koalition. È quello a cui punta Renzi? E soprattutto: c'è ancora da fidarsi di lui?

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