Politica

Forza Italia si ricompatta dopo le tensioni

Telefonata chiarificatrice tra Brunetta e il Cavaliere, che si dice "ottimista" sul successore di Napolitano: "Sarà garante di tutti"

I capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Paolo Romani
I capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Paolo Romani

RomaLa ricucitura è compiuta. Dopo le tensioni esplose sabato in un inedito scambio di comunicati, un botta e risposta pubblico sulla necessità di tenere fede al Patto del Nazareno senza forzature, toni troppo affilati o continui stop and go , Silvio Berlusconi telefona a Renato Brunetta (dopo aver sentito domenica anche Raffaele Fitto) e celebra la pace. Un colloquio cordiale in cui il Cavaliere e l'ex ministro della Funzione pubblica si spiegano e si confrontano sulla riunione in programma domani con i deputati, appuntamento decisivo per definire una linea, dare un segnale di leadership e preparare la strategia di Forza Italia in vista della discussione a Montecitorio del ddl costituzionale sulle riforme - ieri 13 deputati azzurri hanno fatto mancare il loro voto all'articolo 1 - e soprattutto dell'ormai prossima elezione del nuovo capo dello Stato.

L'obiettivo di Berlusconi è quello di ricompattare il partito e poter contare su numeri certi quando le votazioni per il presidente della Repubblica entreranno nel vivo. Una partita, quella del Colle, che alla luce delle decisioni prese nel corso della riunione dei capigruppo di ieri, Forza Italia potrà giocare con una carta in più, visto che il voto finale sulle riforme slitterà a dopo l'elezione del nuovo capo dello Stato. Questa circostanza consentirà agli azzurri di potersi sedere alla trattativa senza avere armi completamente scariche, ma potendo minacciare ritorsioni in caso venga messo in campo un nome considerato inaccettabile o una soluzione «prendere o lasciare». E che Berlusconi, nel colloquio telefonico, saluta come una piccola vittoria, riconoscendo la bontà della strategia tenuta dal capogruppo. Un altro punto a favore di Brunetta lo fa segnare indirettamente Debora Serracchiani che contatta i dirigenti grillini per provare a conquistare i loro voti al Senato a favore del premio alla lista invece che alla coalizione nella nuova legge elettorale. Una modifica invisa a Forza Italia, ma soprattutto uno sbandamento evidente rispetto alla disciplina del Patto del Nazareno che Berlusconi mostra di non gradire affatto. E poco importa che il tentativo del Pd di creare una sponda alternativa venga rispedita al mittente da M5S.

La linea di Forza Italia in vista della trattativa con Matteo Renzi sul successore di Giorgio Napolitano non cambia. Il premier deve tenere conto delle nostre indicazioni e anche del nostro peso in seno all'assemblea dei grandi elettori, visto che i numeri del centrodestra sono tutt'altro che trascurabili con circa 250 votanti, mettendo insieme i rappresentanti di Fi, Ncd e Udc. Insomma non si può mettere in campo un nome che il nostro elettorato percepisca come apertamente ostile, è il ragionamento che si fa dalle parti di Arcore, fermo restando il diritto di Renzi alla prima proposta formale, magari da tradurre nella presentazione di una terna di nomi su cui aprire un dibattito e una trattativa.

Lo stesso Berlusconi ribadisce il concetto anche parlando in via ufficiale. «Il nuovo presidente della Repubblica deve essere una persona che sia garante di tutti e non solo di una parte degli italiani, una persona di buonsenso, equilibrata e che possa essere visto con fiducia» da tutti gli italiani, dice il presidente di Forza Italia all'uscita dall'Ufficio di esecuzione penale esterna di Milano dopo il colloquio programmato nell'ambito dell'affidamento in prova ai servizi sociali.

E alla domanda se sia ottimista sul fatto che si possa trovare una quadra sul nome risponde con un sorriso: «Io sono sempre ottimista».

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