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Forza Italia sta con le imprese "A rischio 130mila posti"

Tajani smonta il decreto Di Maio. E sul reddito di cittadinanza: «È un insulto ai giovani del Sud»

Forza Italia sta con le imprese "A rischio 130mila posti"

È a Palazzo Pirelli, Milano, Lombardia, la «regione locomotiva» in cui il Pil aumenta e la ripresa inizia a sorridere, che Forza Italia si fa largo a gomitate per recuperare spazio politico, eroso nel centrodestra dalla Lega e a sinistra delimitato dalle manovre del Partito democratico. La prateria in mezzo, popolata da delusi dei primi provvedimenti economici del governo, a partire dal decreto Dignità, è il luogo che desidera occupare Forza Italia con Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente azzurro in trasferta milanese.

Il decreto Di Maio, la Flat tax ridotta al fantasma di quel che era nel programma elettorale, il reddito di cittadinanza «insulto ai giovani del Sud», l'annunciato taglio delle pensioni, l'atteso aumento dell'Iva su tutto ciò che non è gas, luce, telefoni, l'assenza di «una vera politica industriale», l'assistenzialismo, i fari si accendono su questi e molti altri nodi. «A pagare sarà il ceto medio già in ginocchio» profetizza Tajani, nella sala in cui esponenti di Confindustria lombarda, Confapi, Confartigianato lanciano ancora l'allarme occupazione. Secondo i calcoli del deputato azzurro Andrea Mandelli, citati da Tajani, il decreto Dignità causerà la perdita di 130mila posti di lavoro in dieci anni, ben più degli 80mila previsti dall'Inps.

«La dignità non si toglie e non si dà per decreto, siamo senza se e senza ma dalla parte di chi lavora e produce, bisogna distinguere tra delocalizzazione selvaggia e internazionalizzazione delle imprese» la sintesi della capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini. A proposito di dignità, l'europarlamentare Lara Comi caldeggia la battaglia di Tajani perché lo Stato saldi i propri debiti a imprenditori e Pmi: «Bisogna ridare dignità alle imprese che falliscono per crediti non pagati». Con questo obiettivo, ovvero il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese, l'Italia potrebbe anche ottenere dall'Ue una deroga al patto di stabilità, sostiene l'euroesperto Tajani: lo sforamento oltre il 3 per cento del rapporto tra deficit e Pil sarebbe attenuato da una riduzione del debito, ottenuto ridando ciò che è loro alle imprese strozzate da questi crediti mai riscossi dallo Stato. Così Forza Italia tenta di rassicurare piccole imprese, artigiani, commercianti, che il partito si farà loro voce in Parlamento. «È un governo contro natura, non avrà vita lunga» prevede Tajani. Anche sull'immigrazione, il vicepresidente di Forza Italia si aspetta dal governo una politica più completa. Se «era giusto che l'Italia facesse finalmente sentire la propria voce», Tajani ricorda che «non risolviamo tutto fermando tre navi». Il problema si scioglie in Africa, aggiunge, e per affrontarlo servono 60 miliardi di stanziamenti dell'Europa. Il modello virtuoso, spiega il vicepresidente di Forza Italia, è il Niger, dove il numero di partenze è crollato grazie a investimenti dell'Ue e aiuti in loco ai rifugiati.

L'appello finale è anche a non dimenticare, nella politica italiana, la Chiesa del silenzio: «C'è una bella differenza tra spacciatori, delinquenti e trafficanti e cristiani perseguitati che fuggono».

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