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Forza Italia sulle barricate: "Contro la dittatura renziana"

Le opposizioni insorgono alla notizia della fiducia. Brunetta: "Non lasceremo solo Speranza, la bulimia di potere perderà. Non è detto che le cose vadano lisce"

Forza Italia sulle barricate: "Contro la dittatura renziana"

Colore a parte, Forza Italia intende fare opposizione con tutti i mezzi. «Si comincerà domani (oggi, ndr ) alle 15.25 con il dibattito sui singoli articoli, emendamenti. Ci sarà un voto di fiducia, giovedì gli altre due. Non so se arriveremo al primo maggio». E comunque «non è detto che le cose vadano lisce», è l'avvertimento lanciato ieri sera da Brunetta.

Il timore di una fine prematura della legislatura sembra avere convinto la sinistra Pd a riallinearsi. Ma i malumori sono destinati a crescere, nello scontro interno ai democratici. «La maggioranza ha perso dagli 8 ai 20 deputati, vedremo cosa succederà con la fiducia», ha spiegato Brunetta.

Brunetta appoggia gli oppositori di Renzi che hanno deciso di restare fermi sul no, in particolare il leader di Area riformista. «Non lasceremo solo Roberto Speranza e non lasceremo sola la minoranza Pd». Il premier Renzi «è in stato di confusione politica e morale. Non sta distruggendo solo suo partito ma sta avvelenando la democrazia in Italia».

Se per il governo ci sono meno rischi, anche dentro Forza Italia l'inizio delle votazioni ha calmato le acque. I rischi di una spaccatura si sono affievoliti. La minaccia di un appoggio al governo, con un voto a favore della fiducia e della legge elettorale da parte dei verdiniani non si è concretizzata. Il voto sulle pregiudiziali potrebbe avere visto solo tre o quattro azzurri con la maggioranza.

Ricompattati dalla fiducia, che per la portavoce di Fi Mara Carfagna è «una aberrazione». «Avrei capito, condiviso e auspicato un Consiglio dei ministri straordinario per approvare misure urgenti sui temi che interessano realmente gli italiani». Ma la fiducia sull'Italicum no. «Dalle regole che vanno scritte insieme, perché sono di tutti, alla fiducia sulla legge elettorale contro tutti: è troppo anche per Renzi», ha protestato Mariastella Gelmini, vice capogruppo di Fi alla Camera.

La scelta di mettere la fiducia ha scatenato le altre opposizioni, a partire dal movimento Cinque stelle. Dal blog, Beppe Grillo ha evocato il Ventennio e la legge truffa: «La storia si ripete, dopo la tragedia è il momento della farsa. Eia, eia, alalà». Poi un attacco diretto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, via Twitter . «Nessun segnale da Mattarella. Dopo moniti di Napolitano, l'estrema unzione silenziosa del Quirinale».

Se il capo dello Stato in carica non ha (comprensibilmente) parlato, l'ex presidente Giorgio Napolitano, ha attaccato Forza Italia: «Abbiamo avuto il caso veramente senza precedenti di una forza politica che ha votato per questa legge in un ramo del Parlamento e che nell'altro solleva una questione di incostituzionalità. Non entro in questo terribile garbuglio». Un tempo era super partes.

Forse.

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