Politica

Fotomontaggi a luci rosse per ricattare un politico Pd

Una videochat su Skype con una sconosciuta, poi la minaccia hot: "Ha dodici ore per darci 2.500 euro"

Fotomontaggi a luci rosse per ricattare un politico Pd

Un raggiro che avrebbe anche potuto costargli caro, e non solo economicamente. Tutto per colpa di un'amicizia sbagliata su Facebook. Attilio Solinas, medico a Perugia e anche consigliere regionale Pd dell'Umbria, si è così ritrovato sotto il ricatto di un'organizzazione criminale della Costa D'Avorio che, dopo aver montato ad arte fotomontaggi a luci rosse, ha cercato di spillargli 2.500 euro e di diffamarlo con parenti e amici.

Per tre giorni Solinas è stato sotto scacco. Non sapeva se pagare. Poi, ha deciso di rivolgersi alla polizia postale che è riuscita a risolvere il raggiro e "liberare" l'esponente democrat. "Molto tempo fa su Facebook mi è arrivata la richiesta di amicizia da parte di una donna molto bella che non conoscevo - racconta Solina a Repubblica - si chiamava, o meglio, diceva di chiamarsi Maria Ottello". Il consigliere piddì ha accettato l'amicizia. E i due hanno iniziato a chattare. "Mi chiedeva informazioni sul mio lavoro e quando gli ho detto che ero un medico, mi chiedeva consigli - continua - poi voleva sapere se ero sposato e cosa facevo nel tempo libero". Dopo giorni di chat, i due si sono "visti" con una videochat su Skype che, a detta di Solinas, non sarebbe durata più di un minuto e mezzo. E assicura anche che nel corso della videochat non si sono mai tolti i vestiti. "Se avessi qualcosa di cui vergognarmi non starei certo a parlarne su un giornale - dice - non facevo niente di male, abbiamo solo chiacchierato".

Per molto tempo non i due non si sono più sentiti. Poi un mese fa al consigliere piddì è arrivato un messaggio: "Se non vuoi che tutti i tuoi amici e i colleghi vedano questo, ci devi pagare 2.500 euro subito". In allegato c'era una foto e un link a un video postato su YouTube. "Quando li ho visti, sono sbiancato...", dice Solinas. La foto era un frame del video. "Si vedeva la mia faccia, presa da quella chat su skype, montata però su un corpo nudo che non era mio ma che posizionato in quella prospettiva poteva trarre in inganno - racconta a Repubblica - il video era postato su un link privato di Youtube, perché solo io lo vedessi e mi spaventassi". Non solo. Gli hanno mandato anche una lista di nomi di persone a lui molto vicine aggiungendo: "Ti roviniamo la vita, tutti questi tuoi amici sapranno chi sei veramente, ti facciamo licenziare.

Hai 12 ore per pagare".

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