Politica

Francesco e l'incidente sulla Papamobile: si ferisce al volto, ma continua la sua visita

Una frenata improvvisa e la botta: ghiaccio e cerotti e Bergoglio ha potuto continuare la sua visita. Preghiera per la pace nel vicino Venezuela

Serena Sartini

Ha continuato, Papa Francesco, a stringere le mani e a salutare la folla come se niente fosse successo. Il piccolo incidente che si è verificato ieri mattina, nell'ultima giornata in Colombia, non ha fermato Bergoglio. Si trovava sulla papamobile, stretto tra due ali di folla, per la recita dell'Angelus a Cartagena, quando una frenata improvvisa dell'auto panoramica ha spinto il Pontefice addosso alla sbarra di metallo alla quale era aggrappato, sbattendo rovinosamente il volto contro il vetro e lo spigolo della sbarra. L'urto ha provocato a Francesco una vistoso gonfiore sullo zigomo sinistro e una ferita al sopracciglio che ha cominciato a sanguinare, sporcando di rosso la veste bianca. «Non è nulla, va tutto bene», ha rassicurato immediatamente il Papa rivolgendosi verso il suo staff. Il comandante della gendarmeria vaticana, Domenico Giani, ha prestato i primi soccorsi, porgendo dell'acqua e un fazzoletto a Bergoglio che tuttavia, noncurante della botta, ha continuato a salutare i fedeli impazziti per il passaggio del Papa argentino.

Successivamente il medico ha messo del ghiaccio sulla ferita al volto di Bergoglio e due cerotti bianchi. «Come si è notato nel corso della recita dell'Angelus, il Santo Padre sta bene ha immediatamente precisato il portavoce vaticano, Greg Burke, inviando una nota alla stampa il Papa ha sbattuto nella papamobile ferendosi allo zigomo e al sopracciglio sinistro. Gli è stato applicato del ghiaccio e quindi medicato. Prosegue senza alcuna variazione il programma del viaggio», ha concluso Burke, che per rassicurare stampa e fedeli ha inviato anche una foto che ritrae il Papa sorridente e tranquillo, seppur con un bell'ematoma sotto l'occhio sinistro.

L'attività del Pontefice non si è comunque interrotta e Bergoglio, stoico, ha proseguito il suo programma, visitando l'abitazione della signora Lorenza, una donna di 77 anni che da più di cinquanta offre nella sua casa cibo e accoglienza alle persone bisognose.

Poi la recita dell'Angelus, davanti a una grande folla e la preghiera per il Venezuela. «Da questa località ha detto - desidero assicurare la mia preghiera per ciascuno dei Paesi dell'America Latina, e in modo speciale per il vicino Venezuela. Esprimo la mia vicinanza ad ognuno dei figli e delle figlie di quella amata nazione, come pure a coloro che hanno trovato in questa terra colombiana un luogo di accoglienza. Da questa città, sede dei diritti umani, faccio appello affinché si respinga ogni tipo di violenza nella vita politica e si trovi una soluzione alla grave crisi che si sta vivendo e che tocca tutti, specialmente i più poveri e svantaggiati della società. La Vergine Santissima interceda per tutte le necessità del mondo e di ciascuno dei suoi figli».

Il Papa aveva già espresso un pensiero di pace per il Venezuela nel viaggio che da Roma lo portava a Bogotà. Il Paese sudamericano è nel cuore e nelle preoccupazioni di Francesco. Tre giorni fa, nel capoluogo colombiano, Bergoglio aveva ricevuto alcuni presuli venezuelani dove si era fatto immortalare con loro per dimostrare una unità di intenti tra la chiesa di Roma e quella di Caracas nei confronti di Maduro. E proprio poco dopo le parole del Papa sono arrivate quelle del cardinale di Caracas, Urosa Savino, più duro rispetto al Pontefice nei confronti del governo: «Ormai le persone mangiano rovistando nella spazzatura e altre persone muoiono perché non ci sono più medicine», ha detto. «Abbiamo ricordato al Papa ha aggiunto Urosa Savino - che la situazione si è creata perché Maduro ha fatto di tutto per arrivare ad un governo di tipo totalitario e marxista».

Bergoglio continua a mandare messaggi di pace.

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