Politica

Da Fratelli d'Italia ad Azzurro Renzi canzonato al vertice G7

II premier accolto in Baviera con il tormentone del Molleggiato che per gli «amici» ora ci rappresenta meglio dell'inno di Mameli

Noi italiani, dalla letteratura alla politica, dal teatro al cinema, abbiamo sempre brillato più nella commedia che nella tragedia. È nel nostro Dna culturale. Paese boccaccesco di maschere, buffoni, arlecchini, operette, varietà, telefoni bianchi e canzonette, l'Italia svetta per la capacità di tingere le tragedie nazionali con i colori, e a volte le note, della commedia. È la nostra immagine nel mondo, e ciò che il mondo si immagina di noi.

Pizza, spaghetti&P38, «giri di valzer», e mandolino. L'Italia prigioniera dei luoghi comuni è questa: buon cibo, politici inaffidabili, sole, mare, cielo azzurro... Questo siamo, questo valiamo.

Ieri, quando il presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato al G7 in Germania, a Garmisch-Partenkirchen, nel Land della Baviera, la banda che lo accoglieva in aeroporto, al posto del consueto Inno di Mameli, ha intonato Azzurro , la canzone di Paolo Conte resa famosa da Adriano Celentano. Strano che non abbiano intonato Funiculì funiculà ... In fondo poteva andarci peggio. Nel 1920, durante una premiazione alle Olimpiadi di Anversa, la banda locale perse lo spartito della Marcia Reale e per cavarsi d'impaccio il direttore passò voce agli orchestrali di suonare 'O Sole mio , da tutti conosciuta a memoria. L'esecuzione venne seguita a gran voce dagli spettatori dello stadio.

Tornado all'oggi. Ieri, ad accogliere il premier italiano, sotto la scaletta dell'aereo, oltre al presidente della Baviera Horst Seehofer, c'era un gruppo di ragazzi nel tradizionale costume bavarese, calzoncini di pelle e camicia ricamata, che gli ha porto un mazzo di fiori. Gesto a cui Matteo Renzi ha risposto con un cortese Danke shoen . Poi, mentre si avviava sul tappeto rosso al tavolo delle firme di benvenuto - un pacchiano falso scrittoio Luigi XIV - nell'àere si levavano le note. È vero, la banda bavarese ieri non aveva l'obbligo dell'ufficialità. E per ogni leader, da Obama a Cameron, ha scelto una musica alternativa all'Inno nazionale. Ma negli altri casi si è tratto di marce molto più marziali del nostro il treno dei desideri, nei miei pensieri all'incontrario va . Per la regola della proprietà transitiva, al prossimo viaggio in Italia ad Angela Merkel toccherebbe Lili Marleen .

Fini politologi e acuti retroscenisti, inoltre, potranno far notare, a chiudere il cerchio magico di una possibile futura Grosse Koalition sull'asse Renzi-Lega, la coincidenza fra la scelta tedesca di Azzurro e il recente endorsement di Celentano in favore di Salvini.

C'è da dire che Renzi, uno simpatico di natura, ha sorriso, senza imbarazzo. A riprova che probabilmente ci sono volte che neppure lui è in grado di prendersi sul serio. Mentre la Germania, come al solito quando si tratta di pesare politicamente il nostro Paese, l'ha buttata in macchietta. Qualcuno ha fatto notare che siamo la barzelletta del mondo. E questa volta, Berlusconi non c'entra.

Sul piano internazionale ciò che ci caratterizza, più che l'autorevolezza, è il folklore. E l'Italia, metaforicamente, non vale neppure il proprio inno nazionale. Al massimo, un evergreen .

Ognuno di noi quando è all'estero, rappresenta in un certo modo anche il proprio Paese: a volte smentendo, spesso rafforzando, i luoghi comuni nazionali. A maggior ragione vale per un capo di Governo. Il quale, ovviamente, è incolpevole delle scelte musicali compiute dai tedeschi. Ma, d'altra parte, è inevitabilmente responsabile dell'immagine che il mondo ha dell'Italia. Dove non è vero, o non dovrebbe esserlo, che sono sempre e solo canzonette.

di Luigi Mascheroni

Commenti