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La fronda pentastellata è a rischio espulsione

Cinque senatori non votano la fiducia al governo. De Falco spera nel salvagente

La fronda pentastellata è a rischio espulsione

Roma «Il movimentista radicale», «la prima frondista», «l'oceanografa pluricandidata», «il capitano anti Schettino», «la governatrice dei Castelli romani». Ascoltando chi li conosce, emergono le storie dei cinque dissidenti grillini che hanno scelto di non votare la fiducia al governo sul decreto Sicurezza. I senatori Matteo Mantero, Paola Nugnes, Virginia La Mura, Gregorio De Falco e Elena Fattori ora rischiano l'espulsione. L'unico che spera in un soccorso last minute è il capitano di fregata De Falco, per il quale i vertici starebbero studiando un salvacondotto. Una soluzione vagliata per non perdere uno dei volti simbolo delle elezioni del 4 marzo.

De Falco, nato a Napoli 53 anni fa, è diventato famoso dopo aver redarguito al telefono il comandante Francesco Schettino durante le fasi più concitate del naufragio della Costa Concordia, nel gennaio 2012. L'attuale vice premier aveva spinto per candidare alle politiche alcuni volti della «società civile». «Nomi noti - diceva Di Maio il 4 gennaio scorso - uno su tutti il comandante De Falco». Ma già a febbraio De Falco era stato messo in difficoltà da una denuncia della moglie Raffaella. La donna lo aveva accusato di aver «alzato le mani» contro lei e la figlia. Dimenticata la faccenda, il capitano si è arruolato nelle file della dissidenza, malumore esploso con le critiche a Salvini sul caso Diciotti. E ora dichiarazioni di fuoco contro il capo, come questa di ieri: «Il comando va esercitato con la condivisione, in questo momento il M5s rischia di farsi male».

Dei cinque «ribelli», a quanto pare, il più convinto è Matteo Mantero. Senatore di Savona, 44 anni, alla seconda legislatura. Ha appena dato alle stampe un libro dal titolo Falene. Un romanzo distopico che, secondo le malelingue, racconterebbe dall'interno alcuni meccanismi e l'evoluzione del Movimento. «È il prototipo dell'attivista - dicono di lui - studia tanto ed è fedele ai principi originari». Raccontano che sia più ortodosso di Roberto Fico.

E vicinissime al presidente della Camera sono Paola Nugnes e Virginia La Mura. Nugnes, napoletana di 56 anni, «ha sempre trattato Roberto come un figlio» spiega chi la conosce bene. Architetto, eletta per la seconda volta, è la capofila mediatica della fronda. Ribellione che avrebbe cominciato ad organizzare già all'indomani delle elezioni «per creare un gruppo alternativo a Di Maio». La Mura, nata a Pompei nel 1966, di mestiere è oceanografa ed è emanazione di Fico dal 2013. Nel 2015 si candida alle Regionali senza successo. Risarcita con un posto all'uninominale il 4 marzo.

Infine Elena Fattori, una delle più dure contro Di Maio. Ha 52 anni, nasce a Rimini ma è una sorta di dominus del M5s nella provincia di Roma, zona Castelli romani. Al secondo mandato, ma si è caratterizzata come dissidente nei primi mesi di governo gialloverde. Ha espresso critiche su tutti i provvedimenti divisivi, dal condono a Ischia, al decreto fiscale.

E ieri sul dl Sicurezza è uscita, per il momento solo dall'aula.

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