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Frontiere, pensioni e leva: due candidati divisi su tutto

Le Pen vuole confini chiusi e fine del lavoro a 60 anni Macron il ripristino del servizio militare obbligatorio

Frontiere, pensioni e leva: due candidati divisi su tutto

Emmanuel Macron versus Marine Le Pen non è solo un confronto tra due storie politiche differenti: recentissima quella di Macron, sconosciuto ai francesi fino a tre anni fa, decennale quella della presidente del Front National. Ma tra due visioni della Francia e del suo futuro in Europa. Ieri la candidata seconda al primo turno ha detto che «il vecchio fronte repubblicano è completamente marcio», riferendosi all'opposizione dei due blocchi a danno delle estreme. Socialisti e gollisti uniti contro il Fn. Intanto il primo sondaggio post-voto assegnerebbe l'Eliseo a Macron col 60%, lasciando BleuMarine al 40%. Ma cosa hanno raccontato ai francesi finora i due finalisti?

In politica estera Macron si è pronunciato a favore delle sanzioni alla Russia, Le Pen è per instaurare un rapporto costruttivo con Mosca in funzione della gestione delle crisi mediorientali. In economia hanno gli stessi obiettivi, ma con ricette differenti per contenere il deficit al 3%. D'accordo entrambi nel non aumento dell'Iva, la presidente del Fn ha preso di mira la legge Macron sul lavoro approvata nella sua parentesi ministeriale nel Quinquennato Hollande (per inciso non piace neppure a sinistra ed è un tema che potrebbe attirare da lei qualche elettore di Mélenchon). Il 39enne promette invece di non rinnovare 120 mila posti pubblici per investire 50 miliardi in cinque anni in grandi opere, digitale e transizione energetica.

Il leader di «En Marche!» è convinto che non ci sia equazione tra terrorismo e immigrazione, dunque lasciare aperte le frontiere limitando l'azione di governo a definire il numero di ingressi regolari ogni anno. Le Pen insiste sul ripristino dei confini nazionali e sull'abbandono di Schengen, oltre al referendum sulla permanenza della Francia nell'Ue. Misure choc per «scoraggiare» l'immigrazione: taglio dei sussidi agli immigrati, chiusura degli ambulatori per gli stranieri temporaneamente presenti che godono di cure gratuite e due anni di attesa per gli stranieri regolari prima di cominciare a rimborsare le spese sanitarie. Inoltre un piano di disarmo della banlieue, i cosiddetti territori perduti della Repubblica da «rimettere sotto controllo» con l'espulsione immediata dei criminali stranieri per non affollare le carceri che promette comunque di ampliare: 40 mila posti per «la certezza della pena». Macron insiste che basti creare una guardia transfrontaliera europea per salvaguardare le frontiere esterne dell'Ue, sul modello dell'agenzia Frontex. Rilancia l'aumento delle forze di polizia di «almeno» diecimila unità e gli investimenti per la sicurezza di quartiere e in cybersecurity e la promessa di esaminare le domande d'asilo entro sei mesi al massimo. Ricorsi compresi.

Il mondo della letteratura macroniano è rappresentato da Erik Orsenna, saggista e accademico, considerato l'esperto di scuola di «En Marche!», ideologo estraneo però al movimento e papabile ministro. Sua l'idea di lanciare l'emergenza asili in Francia, fatta propria da Macron e dal suo entourage per creare tra 4 e 5 mila nuovi insegnanti e strutture. Le Pen ha dalla sua l'idea di rendere obbligatorio il «grembiulino» e le divise nelle scuole secondarie, Macron ha invece puntato sul servizio militare obbligatorio per uomini e donne.

Ma a che età si andrà in pensione con uno dei due all'Eliseo? Le Pen considera l'età attuale troppo alta. Vuole portarla da 62 a 60 anni, in alternativa bisognerà avere 40 anni di contributi.

Macron punta sullo slogan «un euro di contributi, un euro di pensione».

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