Cronache

Frutta esotica e hi-tech. La spesa degli italiani cambia ma non cresce

Avocado e mango nel paniere Istat, cabine telefoniche fuori. L'inflazione resta bassa

Frutta esotica e hi-tech. La spesa degli italiani cambia ma non cresce

Entra un tocco di esotico e un pizzico di tecnologia tra dati e i numeri presi in considerazione dall'Istat per calcolare i prezzi al consumo. Perché le abitudini delle famiglie cambiano e con esse i prodotti che costituiscono il nuovo paniere, adeguatamente rivisto anche quest'anno dall'istituto di statistica, che a gennaio ha rilevato una lieve frenata dell'inflazione dovuta al rallentamento della crescita dei prezzi. Una notizia che potrà far felici i consumatori, visto che restituirà loro potere di acquisto, ma che non rappresenta un buon segnale per il proseguo dell'attività economica dell'anno.

Le new entry ci parlano delle contaminazioni che in qualche modo hanno influenzato il nostro modo di mangiare, ma anche di provvedere alla pulizia domestica. A tavola fanno il loro ingresso l'avocado, il mango e i vini liquorosi. Oltre all'ananas, in rilevazione già da alcuni anni, altri due frutti esotici ormai diffusissimi compongono dal 2018 il paniere di riferimento per il calcolo dell'inflazione. A ben vedere l'ingresso dell'avocado non stupisce più di tanto. Negli ultimi tempi anche in Italia è scoppiata una vera e propria avocado mania: impazzano le ricette a base di questo frutto ricco di sostanze nutrienti, aprono un po' ovunque avocado Bar, dove si mangiano solo piatti monotematici. Un vero e proprio fenomeno di costume, di grande interesse per il settore ortofrutta che si sta attrezzando per andare incontro alla forte domanda. Tanto che, fa sapere la Coldiretti, con i cambiamenti climatici sono arrivate anche le coltivazioni di mango e avocado made in Italy: «Oggi in Sicilia ci sono cento ettari coltivati ad avocado e decine a mango nelle campagne tra Messina, l'Etna e Acireale e anche in Calabria si producono frutti tropicali».

Nel paniere entrano anche nuovi prodotti per la pulizia domestica, legati ai tempi decisamente più contratti dell'era moderna: la lavasciuga e il robot aspirapolvere, sempre più presenti nelle abitazioni degli italiani. Mentre scompaiono le vecchie e quasi introvabili cabine telefoniche, ormai buone tutt'al più per qualche collezione di modernariato, e il canone Rai, che da quando è inglobato nella bolletta della luce è assimilato ad una tassa e non più legato all'acquisto di un servizio. Oltre alla telefonia fissa, via dal paniere anche i lettori mp4, superati dalle capacità multimediali degli smartphone oggi alla portata di tutti. Per l'Istat la principale novità di quest'anno è l'utilizzo diretto nel calcolo dei prezzi delle casse di ipermercati e supermercati, con la scannerizzazione dei codici a barre dei beni per la cura della casa e della persona quelli che compongono il cosiddetto «carrello della spesa».

L'inflazione, però, resta debole, con i prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, che aumentano dello 0,2 per cento su base mensile e dello 0,8 per cento su annua, a fronte dell'incremento dello 0,9 per cento di dicembre. Crescono meno i beni alimentari «non lavorati» e i beni energetici non regolamentati, come i carburanti e i servizi di trasporto. L'Unione nazionale consumatori ha calcolato che la famiglia media italiana dovrebbe subire un aggravio di 242 euro annui dall'incremento al ritmo di gennaio.

Secondo Confcommercio, invece, il quadro resta «incerto» perché è difficile dire se questa crescita «contenuta» dei prezzi sostenga le vendite al dettaglio o sia, al contrario, la conseguenza dei bassi consumi.

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