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FUORI CASA Il servizio garantirà il soccorso veterinario soltanto su pubblica via

Un pronto soccorso tutto per loro, con tanto di ambulanza e persino un centralino sempre attivo, giorno e notte.

Cani e gatti, i più colpiti dalla sinistrite stradale, avranno ancora poco da attendere. Manca solo il numero di telefono al quale rivolgersi. Arriverà a breve. Poi sarà tempo di sperimentazione. E partirà l'iniziativa, voluta dalla Regione Toscana, che da subito a Firenze, quindi da gennaio anche a Empoli, Prato e Pistoia, e infine da luglio in tutto il territorio toscano, segnerà l'esordio ufficiale del pronto intervento per animali domestici vittime di incidenti su strada, riservato agli affezionati amici a quattro zampe dell'uomo.

Sebbene circoscritto ai soli sinistri su pubblica via, con esclusione dunque di quelli pure sempre più rilevanti tra le mura di casa, il servizio garantirà l'assistenza veterinaria d'urgenza in ogni istante della giornata, con impegno diretto delle istituzioni e non più solo dei privati o dei volontari. Si va ben oltre, insomma, quanto contemplato dal 2014 ad esempio a Bisceglie, in Puglia, dove la Asl ha siglato convenzioni con alcuni veterinari liberi professionisti, o a Carbonia in Sardegna, con l'ambulanza veterinaria acquistata dall'azienda sanitaria per essere affidata a un'associazione di volontariato. Ci aveva provato anche l'Umbria, ma non si era andati oltre l'attivazione di un pur importante servizio di emergenza e assistenza h 24: a Perugia e dintorni niente numero unico regionale né mezzi pubblici di soccorso. Ci saranno invece in Toscana, per provare a sventare, almeno per l'avvenire, la strage che ogni anno si consuma sull'asfalto.

I numeri della mattanza li fornisce l'Associazione italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente: in media annualmente in Italia sono circa 11mila, per lo più cani e gatti, gli animali che muoiono investiti. Fermarsi a soccorrerli sarebbe un obbligo di legge, fissato per gli investitori come per i testimoni e punito, in caso di inosservanza, con una sanzione pecuniaria. Ma sono ancora in tanti, in troppi, a tirare dritto o a girare la testa dall'altra parte. Con il bitume che diventa tomba e numeri che lievitano nella stagione estiva (tra il 20 giugno e il 31 agosto scorsi l'Aidaa ha contato 2435 investimenti di cani e 435 morti) e raggiungono cifre stratosferiche in Sardegna, Puglia, Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia e Lazio, zone in cui fuori controllo o quasi è il fenomeno del randagismo.

Adesso si cambia. Con la speranza che la rondine faccia primavera, pur se in autunno: il modello toscano prevede che, dietro telefonata al centralino di imminente attivazione, sul luogo dell'incidente arrivi a sirene spiegate un mezzo della Asl (o di associazione convenzionata) con veterinario a bordo, per prendersi cura del ferito e trasferirlo per le cure in un ambulatorio, pubblico o privato. Fino a tutto il 2018, se la fase sperimentale cederà il passo a quella ordinaria, il servizio godrà di un finanziamento annuo regionale di 120mila euro. I proprietari delle bestiole soccorse contribuiranno accollandosi le spese di recupero, fissate in 85 euro per ciascun esemplare.

Il prezzo da pagare, probabilmente per la prima volta con gioia nella storia dei balzelli, per salvare compagni di vita, pezzi di cuore.

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