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Un furto ogni 5 minuti: 7 su 10 impuniti

Un furto ogni cinque minuti. Dalle Alpi alla Sicilia è tutto un portar via con ritmi frenetici. Da catena di montaggio criminale. E con una progressione inarrestabile: più 165,5 per cento rispetto a dieci anni fa. Un danno gravissimo per negozi, supermercati, bar e via elencando il ventaglio inesauribile degli obiettivi. I ladri fatturano sempre di più e l'impennata delle loro attività è nel segno dell'impunità. Il 77 per cento dei colpi resta senza colpevole. Come dire, quasi otto volte su dieci. Un dato devastante quello messo in evidenza dalla Cgia di Mestre.

Purtroppo già sapevamo che gran parte dei ladri, come del resto degli scippatori e dei rapinatori, la fa franca. Le statistiche, sventagliate ad ogni inaugurazione di anno giudiziario in ogni parte d'Italia, sono un grido d'allarme e d'impotenza. Quasi una dichiarazione di resa davanti al progredire di quella che ci ostiniamo a chiamare con una buona dose di ipocrisia microcriminalità. Forse, solo perchè al peggio non c'è limite e allora ci accontentiamo se i guai sono circoscritti e non irreparabili.

Però il quadro resta disastroso e compromette l'economia del Paese. La Cgia si è concentrata sui furti che colpiscono negozi e botteghe artigiane e ha fatto due conti, partendo dai numeri ufficiali del Ministero dell'Interno. Il risultato è da Terzo Mondo: il 77 per cento dei ladri resta ignoto e solo il 23 per cento viene preso. Cosi negli ultimi dieci anni, con un aumento vertiginoso dei reati e un incremento percentuale del 165,5 per cento. Del resto alla roulette della giustizia il criminale ha ottime chance, quasi otto su dieci, di portare a casa il bottino senza pagare pegno. E si comporta di conseguenza saccheggiando le attività commerciali. Le regioni più flagellate sono quelle del Centro Nord. In testa a questa poco invidiabile classifica c'è l' Emilia Romagna, tallonata da Toscana, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Veneto. Per capire l'esplosione de fenomeno basta osservare la fotografia di quel che è accaduto fra il 2004 e il 2007: in soli tre anni si è passati da 39.900 furti ad attività commerciali e artigianali a 107.500 colpi. Poi le cifre si sono assestate: nel 2013 le razzie sono state 104.393. Una ogni cinque minuti. Se si prova ad approfondire l'analisi, si scopre che il Nord sta peggio del Sud: in Puglia, per capirci, si verificano 95,1 furti ogni centomila abitanti, in Sicilia 88,3, in Campania 80,8 sempre ogni 100mila abitanti. Al Nord purtroppo il cappio criminale è stretto attorno al collo delle vittime in modo ancor più asfissiante: in Lombardia i «saccheggi» sono 235,9 ogni 100 mila abitanti, in Toscana si sale a 238,2, in Liguria a 268,3, in Emilia Romagna, la maglia nera, siamo a 268 furti ogni 100 mila abitanti.

Ma non per questo il Sud ha di che consolarsi: nel Meridione i ladri sono ancora più impuniti. E introvabili. In Sicilia i colpi orfani di padre sono l'81,3 per cento del totale, ben oltre la media nazionale del 77 per cento. In Puglia addirittura l'81,6 per cento, in Calabria l'83,7 per cento e nel far-west campano l'84,8 per cento. Insomma, fra Napoli e Caserta la cattura dei colpevoli è un evento eccezionale. All'opposto le regioni più virtuose, si fa per dire, sono Sardegna e Trentino Alto Adige dove la mano rimane misteriosa nel 69,3 per cento dei casi. Pochi, pochissimi i ladri acciuffati. E troppi i negozi «visitati più di una volta - come sottolinea Paolo Zabeo della Cgia – e messi in ginocchio dall'anonima furti».

La holding del malaffare morde anche più della crisi.

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