Politica

Galan dimenticato in carcere: sta male e ha perso venti chili

L'ex governatore del Veneto è in cella per il Mose nonostante diabete e problemi cardiaci Molte delle accuse sono cadute, ma resta detenuto. Il 22 ottobre scade la custodia cautelare

Galan dimenticato in carcere: sta male e ha perso venti chili

Un tempo lo chiamavano con poca fantasia il Doge. Ora ha festeggiato, si fa per dire, il compleanno nella solitudine del carcere di Opera. Giancarlo Galan, ex governatore della regione Veneto, ex ministro e volto televisivo di molti talk show, è una faccia dimenticata. Dal 22 luglio è in una cella singola del penitenziario alla periferia di Milano e lì l'ha sorpreso il 10 settembre scorso il cinquantottesimo compleanno. «Legge, legge molto - racconta l'avvocato Antonio Franchini - ha appena finito un poliziesco che gli avevo consigliato: Il Poeta di Michael Connelly, prelevato dalla ben fornita biblioteca della prigione, e poi scorre continuamente memorie, atti e carte dell'inchiesta». L'indagine della procura di Venezia che l'ha fatto finire dietro le sbarre con l'accusa pesantissima di corruzione.

Ma più dei capi d'imputazione, che pure sono imponenti, quel che conta è l'atteggiamento del Pd. Il 22 luglio quando si è votato alla Camera il partito di Renzi aveva ancora una sensibilità forcaiola. Così il Pd aveva spedito compatto il parlamentare Francantonio Genovese in galera e Renzi aveva riassunto la sua filosofia, un tantino cinica, con un tweet raggelante: «Adesso Grillo si asciughi la bava alla bocca». No, il partito non aveva ancora imboccato, sia pure a zigzag, la strada del garantismo, come si è visto poi per il candidato alle primarie in Emilia Stefano Bonaccini e per l'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi.

Per carità, la valutazione del fumus persecutionis è cosa diversa dalla riconferma di un amministratore indagato, ma certo qualcosa è scattato a sinistra nelle ultime settimane. Qualcosa che non c'era il 22 luglio, quando nel corso di una giornata rocambolesca e quasi incredibile, Galan fu dimesso dall'ospedale, passò da casa e da lì in ambulanza fu trasferito a Opera.

Da allora solo silenzio e una coltre di oblio. Nessun interrogatorio perché i pm ritengono in questa fase una sua deposizione tempo perso. Galan incontra invece con cadenza bisettimanale gli avvocati Franchini e Ghedini, e poi la moglie Sandra Persegato. Ancora, a fargli compagnia ci sono i libri. E i faldoni che raccontano la Tangentopoli del Mose. Gli incartamenti che raccolgono le accuse formulate da Giovanni Mazzacurati, il dominus del Consorzio Venezia Nuova, da Piergiorgio Baita, ex amministratore delegato della Mantovani, e dall'ex segretaria Claudia Minutillo. Galan, malconcio dopo una brutta caduta e con la gamba ingessata, aveva chiesto alla Camera di aspettare qualche giorno per dargli modo di difendersi in aula ma il Parlamento andava di fretta, con un passo giacobino, e liquidò quella richiesta come una manovra dilatoria. Ora l'ex deputato vive nel centro clinico: ha perso 20 chili, l'ingessatura è stata tolta, ma la gamba è sempre gonfia. Preoccupa il diabete, aggressivo, che deve essere tenuto sotto controllo, e non vanno sottovalutati gli scompensi cardiaci: «Galan - prosegue Franchini - soffre di aritmie notturne, il cuore non è regolare, il suo stato di salute non è per niente buono». Ma si va avanti così: ormai siamo al giro di boa dei due mesi di carcere ed è chiaro che il suo destino prossimo si giocherà in ottobre: ai primi del mese si discuterà il ricorso in Cassazione contro le manette, in ogni caso il 22 dovrà essere scarcerato per forza, per decorrenza dei termini. «Intanto l'80 per cento delle accuse - spiega Franchini - è caduto per prescrizione e la situazione si è molto alleggerita». Restano tre grappoli di contestazioni. Il presunto stipendio da 1 milione l'anno, deciso da Mazzacurati e relativo al triennio 2009-2011; la partecipazione come socio occulto ad Adria Infrastrutture, una società che avrebbe dovuto favorire Baita ma che in realtà fece poco o nulla per gli amici degli amici; forse, perché sul punto c'è incertezza, il pagamento da parte dei signori delle tangenti dei lavori di ristrutturazione della barchessa della villa di Cinto Euganeo. L'indagine che galoppava è un puntino fermo sul calendario di ottobre.

E Galan aspetta in carcere.

Commenti