Referendum sulle Autonomie

Gelmini: "Noi determinanti per il 40%"

La deputata: «Il Cavaliere è stato decisivo. Senza di lui affluenza più bassa»

Gelmini: "Noi determinanti per il 40%"

Milano - «Non si arriva quasi al 40 per cento in Lombardia solo con gli elettori della Lega» quasi sfugge dalle labbra di Mariastella Gelmini, solitamente molto a modo quando si tratta di parlare degli alleati. Il fatto è che la parlamentare bresciana, azzurra della prima ora, tiene a smentire l'interpretazione che si tratti di una specie di battaglia Nord contro Sud e di una vittoria del Settentrione. O che siano andati ai seggi solo elettori della Lega: basta fare due conti, ragiona, per rendersi conto che la percentuale di votanti non può essere figlia del solo Carroccio. «È stato decisivo per la scelta dei moderati il posizionamento di Berlusconi - sostiene - che ha rassicurato sul referendum, collocandolo nel solco dell'unità nazionale. Senza di lui l'affluenza sarebbe stata più bassa».

Risultati alle spalle, si guarda avanti, forse alle Politiche: «Ora tocca a Maroni andare a un negoziato con il governo, anche se un governo a fine mandato non sappiamo se potrà rispondere a questa esigenza» dice ancora nel corso di un incontro con i giornalisti alla sede del partito. Forse sarà il prossimo esecutivo a dover affrontare il nodo autonomia per la Lombardia e non solo.

Gelmini punta sul programma di Forza Italia (e del centrodestra) come strada per realizzare il federalismo differenziato, perché «l'articolo 116 è da interpretare sulla base delle singole Regioni». Con una particolarità: in alcuni casi è possibile che la richiesta sia di maggiore Stato, soprattutto nel campo della sicurezza: «Penso alla Campania e alla Calabria, con Roberto Occhiuto e Jole Santelli, che potrebbero guardare a questo referendum per chiedere una maggiore presenza dello Stato». E ancora: «Noi non lo consideriamo il referendum del Nord ma il punto di partenza per altre regioni, dove proporremo un quesito simile ma anche opposto, se serve». E la solidarietà che si rischia di perdere? «La restituzione di una quota maggiore delle tasse pagate è un atto di giustizia, così come spiegare il modo in cui vengono usate le risorse è un modo per restituire fiducia ai cittadini». E ancora: «Non c'è solidarietà se ingrassi la spesa improduttiva. Questo non è vantaggio per nessuno e nemmeno un aiuto ai più sfortunati. Servono invece investimenti».

La deriva catalana, sostiene Gelmini, è fuori discussione perché nel progetto azzurro ogni Regione avrà il suo «federalismo differenziato» o addirittura il suo «Stato rafforzato», nella difesa dell'«unità nazionale».

Si disegnano macroregioni, come la Veneto, Liguria, Lombardia, cui accenna Claudio Pedrazzini, e la macroregione nell'area del Centro Italia.

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