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Gelo Conte-Casalino. E il portavoce "punito" tiene un basso profilo

Il premier vorrebbe liberarsi di una figura ormai ingombrante. Ma i 5S lo proteggono

Gelo Conte-Casalino. E il portavoce "punito" tiene un basso profilo

La «megavendetta» contro i tecnici del Mef, il Ferragosto saltato dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, infine la «quarantena». Nei palazzi definiscono così, in gergo medico, l'attuale posizione di Rocco Casalino, portavoce del premier Giuseppe Conte e dominus della comunicazione a Cinque Stelle. L'ultima polemica, stavolta offerta a taccuini aperti, risale a qualche giorno fa. Quando il ministro dell'Economia, in un'intervista a Famiglia Cristiana, aveva commentato così le minacce di Casalino ai funzionari di Via XX Settembre: «Non desidero commentare volgarità e minacce contro funzionari dello Stato, specie se questi ricoprono una funzione di garanzia ed indipendenza universalmente riconosciuta e prevista dall'ordinamento». A stretto giro, c'era stata la replica del M5s: «Non si trattava affatto di minacce, ma il portavoce riportava quella che è la linea del Movimento 5 Stelle, perché tutto il Movimento è convinto che alcuni tecnici del Mef non svolgono il proprio ruolo con indipendenza e professionalità». Quindi, la precisazione di Conte: «Confermo la fiducia a Casalino».

Il punto politico sta proprio nel rapporto personale tra il presidente del Consiglio e il suo portavoce. Una convivenza che, stando ai bene informati, vive di alti e bassi dall'inizio del mandato del premier. Differenze di carattere, maggiore desiderio di autonomia dell'inquilino di Palazzo Chigi, volontà di avere una comunicazione più felpata. Sarebbero queste le motivazioni della «freddezza» tra i due. Un climax discendente che ha avuto il picco dopo la pubblicazione dei due audio di Casalino da parte di alcuni quotidiani tra cui Il Giornale. A quel punto il premier, anche leggendo i commenti sul web, ha imposto allo spin doctor di rendere meno invasiva la sua presenza. Sui social, avrebbe dato fastidio la sequela di battute su «Conte portavoce di Casalino», il tutto corredato da immagini in cui si vedeva il comunicatore in prima linea a dribblare i microfoni, Conte dietro, dimesso e in ombra.

Riferiscono che, nelle scorse settimane, è diminuita la presenza di Casalino nelle stanze di Palazzo Chigi. Con Maria Chiara Ricciuti, vice capo ufficio stampa, a tamponare. Un passo indietro rispetto alle intemperanze dei mesi scorsi, quando il portavoce si sentiva in dovere di fare da Cicerone all'inesperto giurista nella selva dei Palazzi del potere. E in seguito alla pubblicazione delle registrazioni, Rocco ha avuto un approccio meno «muscolare» nel lavoro.

Sarebbe potuta andare anche peggio della «quarantena». Conte ora si sente più sicuro nella gestione delle sue uscite. E c'è chi racconta che avrebbe espresso il desiderio di scegliere un altro portavoce. Ma la pretesa è stata bloccata dai vertici pentastellati, che hanno blindato Casalino.

E Conte è pronto a partire per un nuovo viaggio. Da oggi sarà in India, al Technology Summit di New Dehli, con l'obiettivo di rilanciare le relazioni bilaterali dopo la crisi seguita alla vicenda dei Marò.

Al rapporto con Casalino ci penserà il tempo, così si dice in questi casi.

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