Elezioni Comunali 2017

"La gente ha paura di uscire. Fermerò il declino di Genova"

Il candidato del centrodestra di Genova, Marco Bucci, spiega il suo programma. "La priorità è la sicurezza per fare risplendere la città"

"La gente ha paura di uscire. Fermerò il declino di Genova"

Un manager di successo. Concreto, deciso e con idee chiare. Dopo tante esperienze lavorative di prestigio in giro per il mondo, Marco Bucci ha scelto la politica. Non per ottenere una comoda poltrona. Ha scelto di fare il sindaco del centrodestra che qui si presenta unito per provare rilanciare la sua Genova, «perché gli ultimi anni della mia carriera vorrei dedicarli alla mia città con spirito di servizio per farla tornare a splendere».

Quali sono le priorità su cui lavorare?

«Facendo campagna per le strade ci sono due esigenze su cui tutti spingono: la prima è il lavoro, la seconda è la sicurezza. In alcuni quartieri la gente ha paura di uscire di casa la sera. Non è accettabile, dobbiamo garantire più sicurezza».

Questi sono i punti fermi del suo programma.

«Ma non solo. Il progetto è quello di avere nove diverse città che compongano un'unica meravigliosa città. Quella del lavoro e della sicurezza ma anche della pulizia, delle infrastrutture, della mobilità, del mare, del turismo, del merito e delle responsabilità».

Una rivoluzione, in pratica.

«È proprio quello che vogliamo. Genova ha statistiche negative in tutto e noi vogliamo riportarla in positivo, migliorare sotto tutti gli aspetti e farla crescere di nuovo».

Una città bellissima ma in costante declino.

«Purtroppo sì. E cinque anni fa l'attuale sindaco disse che era necessario gestire il declino, una cosa allucinante. Serve un altro tipo di approccio, altro che declino. Genova ha tutte le carte in regola per tornare la prima città del Mediterraneo».

L'ultimo capitolo del declino è il caso Ilva, con 5 o 6mila lavoratori a rischio.

«Una cosa incredibile. Ci battiamo perché l'accordo di programma sia rispettato e il governo non lo vuole fare. E fa ridere che il candidato di centrosinistra protesti per questo contro il suo stesso governo».

Lei è uno di quelli che è ha lasciato la sua città per fare carriera, come molti giovani stanno facendo ora.

«Andare via per fare carriera, crescere, studiare e lavorare è bello e formativo. Farlo perché si tratta di una scelta obbligata è una tragedia ma non solo per i giovani. Dobbiamo fare in modo che le porte siano aperte ma sia in entrata che in uscita. E che il bilancio sia positivo».

Lei non è un politico. Come ha trovato questa campagna elettorale?

«Ho incontrato molti aspetti della città che non conoscevo, un'esperienza bellissima. Ma è stato anche molto deludente, speravo di parlare di programmi con gli altri candidati ma sono stato l'unico a farlo, dagli altri solo echi di una politica vecchia, stanca e un po' sporca».

Genova non è mai stata amministrata dal centrodestra.

«Sento questa responsabilità ma io non sono un politico, il mio obiettivo fare qualcosa di concreto e lavorare sul programma più che sulle ideologie e sono convinto di poter convincere i genovesi che vogliono concretezza».

Economicamente e come impegno ci rimetterebbe. Chi glielo fa fare?

«Non mi interessano né potere né visibilità, la mia carriera ormai l'ho fatta. Ho ottenuto molti risultati, guidato aziende e gestito budget superiori a quello del Comune e ora voglio lavorare con spirito di servizio».

Qual è il suo sogno per la città?

«Vederla ritornare grande, fiorente e con il centro storico pieno di turisti. Io non punto a essere rieletto o a tenere la poltrona quindi posso mettere in campo programmi a lungo termine, piantare quei semi per far partire tutte quelle iniziative che servono alla città.

Una visione verso il futuro che a Genova è sempre mancata».

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