Politica

Gentiloni all'Aula deserta: "Soluzione politica per la Libia"

Il ministro degli Esteri alla Camera: "L'allerta è massima, ma l'Italia non vuole crociate. Non era Mare Nostrum ad attirare i migranti". In mattinata la telefonata con Kerry

Gentiloni riferisce all'Aula semideserta
Gentiloni riferisce all'Aula semideserta

Paolo Gentiloni riferisce in un'Aula della Camera semivuota - forse complice anche l'ora: prima delle 9 del mattino - sulla situazione in Libia. Nel corso dell'informativa del governo, il ministro degli Esteri parla di un grave deterioramento del quadro di sicurezza nel Paese nordafricano, evidenziando in particolare il rischio di saldatura tra i gruppi locali e l'Isis.

Il titolare della Farnesina, che ancora prima in mattinata aveva avuto una lunga conversazione sulla situazione libica con il segretario di Stato Usa John Kerry, ha stigmatizzato gli "errori della comunità internazionale" commessi dopo la caduta di Gheddafi e ha ribadito che il livello di allerta continua e continuerà ad essere "massimo".

"Il tempo non è infinito e rischia di scadere presto, pregiudicando i fragili risultati raggiunti" dalla mediazione Onu sostenuta dall'Italia, ricorda Gentiloni. Il ministro degli Esteri ha poi rivendicato la bontà dell'operazione Mare Nostrum, affermando che non era l'operazione voluta da Alfano ad attirare i migranti sulle nostre coste: "Il numero degli sbarchi dal 1 gennaio a metà febbraio è stato di 5.302 rispetto ai 3.338 dello stesso periodo dello scorso anno - puntualizza il titolare della Farnesina - Non era mare nostrum ad attirare i migranti ma il dramma su cui speculano bande di criminali. Non possiamo voltarci dall'altra parte lasciandoli al loro destino, non sarebbe degno dell'umanità e della civiltà che hanno fatto grande l'Italia", ha aggiunto il ministro, secondo il quale l'"Europa può andare oltre i 50 milioni spesi all'anno".

Per quanto riguarda il prossimo futuro, Gentiloni auspica che "la missione Unsmil (missione Onu in Libia, ndr) venga dotata di un mandato, mezzi e risorse in grado di accelerare il dialogo politico per la stabilità e la formazione di un governo di unità nazionale", chiedendo alla comunità diplomatica di aumentare gli sforzi ma anche spiegando che l'Italia non vuole "né avventure né crociate".

Sul caso è intervenuto anche l'ex Presidente della Repubblica e senatore a vita Giorgio Napolitano, che è tornato a lanciare un monito, ricordando che sulla Libia "l'Italia non può tirarsi indietro, ma deve anzi fare la sua parte". Parlando a Palazzo Madama, Napolitano ha poi ricordato che l'azione del 2011 fu decisa "con un amplissimo consenso parlamentare." Commentando i fatti odierni, invece, ha invocato "cautela" nell'appellarsi all'art.

51 della Carta dell'Onu sull'autotuela nelle more delle decisioni del Consiglio di sicurezza.

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