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Gentiloni gongola: conti ok Ma la Ue ci stronca sul debito

Il premier esulta: «Non siamo più il fanalino di coda» Eurobacchettata per il deficit che continua a salire

Gentiloni gongola: conti ok Ma la Ue ci stronca sul debito

Toccherà al prossimo governo tappare il buco, farsi carico degli impegni non rispettati dagli ultimi due esecutivi. Man mano che si avvicina il giudizio di Bruxelles sui conti italiani diventa più chiara la strategia delle istituzioni Ue.

Ieri, mentre il premier Paolo Gentiloni tentava una difesa d'ufficio degli sforzi dell'Italia sul fronte della crescita e delle finanze pubbliche, la portavoce Annika Breidthardt sintetizzava il giudizio della Commissione europea. L'Italia «vede una ripresa che si sta rafforzando ma ha di fronte a sé sfide che rimangono, alla luce del suo elevato livello di debito pubblico». Il giudizio sulla legge di Bilancio arriverà la prossima settimana, ma non è escluso che slitti a primavera. Dopo le elezioni quindi. Ma le «conseguenze procedurali», sugli errori di calcolo a proposito della correzione del disavanzo contenuta nella manovra, restano in campo. Smentito, quindi, il commissario agli affari economici Pierre Moscovici che aveva escluso procedure di infrazione contro l'Italia. La resa dei conti è solo rinviata.

In altre parole il prossimo governo, appena nominato, si ritroverà a dovere fare una manovra da 3,5 miliardi di euro oppure dovrà affrontare una procedura.

Un regalo del governo in carica che Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan non riconoscono. Ieri il premier ha replicato al vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen. Ci sono «gravissime incognite geopolitiche» ma l'Italia sta risalendo dal punto di vista economico. «La realtà sarà di una Italia che crescerà probabilmente dell'uno virgola otto per cento, e chi è abbagliato dalla retorica del fanalino di coda deve vedere che è così», ha protestato Gentiloni. Una difesa tutta incentrata sull'economia reale. Perché i dati che arrivano sul fronte dei conti pubblici sono ancora negativi. Ieri Bankitalia ha certificato un nuovo aumento del debito pubblico che a settembre è stato pari a 2.283,7 miliardi, cresciuto di 4,4 miliardi rispetto al mese precedente. L'agenzia di rating Standard and Poor's ha riconosciuto all'Italia di avere «ripreso una crescita positiva», sostenendo però che «il processo di recupero potrebbe essere lungo».

Il nodo restano i conti pubblici. La legge di Bilancio varata dal governo è in gran parte fatta in deficit. L'attacco di Katainen è da interpretare come la preoccupazione del Ppe per l'assenza di risposte da parte del governo in carica. Per contro, la difesa di Moscovici, che è socialista, ha avuto come unico effetto quello di ottenere un rinvio del giudizio di Bruxelles, in modo che non possa essere imputato al governo in carica e quindi allo stesso Pse.

Il tema delle reali condizioni dell'economia italiana sarà al centro della prossima campagna elettorale nazionale. «Sarebbe il caso che anche la Commissione punisca subito le bugie del governo Gentiloni, evitando al prossimo esecutivo di dover rimediare ai buchi lasciati da questo irresponsabile governo», ha protestato il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. Il centrodestra di fatto riconosce la bocciatura di Katainen e chiede a Bruxelles che sia messa nel conto dell'esecutivo in carica.

La sinistra insiste nella narrazione pre richiamo dell'Ue. «Il futuro dell'Italia è fatto di benessere economico.

L'Italia è oggettivamente ripartita, chi lo nega non sta attaccando noi ma sta negando la realtà, i numeri sono testardi», ha detto ieri il segretario Pd Matteo Renzi.

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