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La Germania attacca l'Italia Conte: "Per gli Usa siamo ok"

Affondo del ministro delle Finanze tedesco sul nostro debito. L'Fmi avverte il governo: "Rispetti le regole Ue"

La Germania attacca l'Italia  Conte: "Per gli Usa siamo ok"

La Germania torna all'attacco dell'Italia. «Il governo italiano deve saper gestire il proprio alto debito pubblico, questa responsabilità non gliela toglie nessuno», ha detto il ministro tedesco alle Finanze, Olaf Scholz, socialdemocratico, in un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt. Sottolineando che il nostro Paese «non può esportare le sue responsabilità» con una legge di bilancio che, aggravando il debito pubblico, rischia di avere gravi ripercussioni sull'Unione europea, i suoi Stati membri e l'Eurozona. Il monito arriva alla vigilia della riunione annuale del Fondo monetario internazionale che si terrà a Bali da oggi a domenica. E sempre ieri il direttore generale dell'Fmi, Christine Lagarde, ha ribadito che l'Italia, in quanto membro dell'Unione Europea, deve «rispettare le regole del club» in termini di disciplina fiscale.

Nella sua intervista all'Handelsblatt, Scholz ha citato la Germania come «esempio brillante di una politica di bilancio efficace». Certo, anche i tedeschi devono farsi i conti in tasca. Berlino è infatti costretto ad abbassare considerevolmente le sue previsioni di crescita principalmente a causa del «contesto internazionale meno favorevole». L'aumento del Pil per quest'anno è atteso all'1,8% dal precedente 2,3%, fa sapere il ministro dell'Economia tedesco che taglia la stima anche per il prossimo anno passando dal 2,1% all'1,8 per cento. Il governo tedesco sottolinea comunque la forza della domanda interna spinta dal calo della disoccupazione e dall'aumento dei salari. E lo stesso Scholz, parlando ieri alla Tv Ard, ha aggiustato il tiro escludendo che l'Italia abbia bisogno di aiuti per gestire il suo debito pubblico.

Da Roma, intanto, il premier Giuseppe Conte brinda alle parole di Steve Mnuchin, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, secondo cui l'Italia non rappresenta un fattore di rischio. «Stesso concetto lo ha espresso oggi anche Nick Gartside, capo della divisione reddito fisso di Jp Morgan, e quindi non certo una fonte vicina al governo. In mezzo a tante voci che alimentano un dannoso allarmismo, queste invece confermano la solidità dei fondamentali dell'economia italiana e la fiducia che il nostro Paese è in grado di trasmettere ai mercati e agli altri partner internazionali, grazie anche ad una manovra orientata alla crescita a cui il governo - in maniera compatta - sta lavorando», ha scritto Conte su Facebook.

Va infine registrato un cambio di tono nelle dichiarazioni delle autorità europee: sia il vicepresidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen, sia il commissario agli affari economici Pierre Moscovici (titolare della sorveglianza sui bilanci pubblici), indicano che la strada è quella di una cooperazione con l'Italia. Ma entrambi sottolineano che la palla ora è tutta nel campo di Roma: non è tardi per tornare indietro rispetto al Def recuperando credibilità.

Nel frattempo, lo spread tra Btp e Bund tedeschi ieri ha chiuso in netto rialzo, sopra la soglia psicologica dei 300 punti base, con il rendimento dei decennali italiani appena sotto il 3,6 per cento.

Giù la Borsa di Milano che ha archiviato la seduta in calo dell'1,8%, in linea con gli altri listini europei tutti scossi dalle turbolenze a Wall Street per gli attacchi del presidente americano Donald Trump alla Federal Reserve.

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