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Germania, Schulz ora tenta di resistere. Ma l'Spd punta all'alleanza con la Merkel

Il presidente Steinmeier non vuole nuove elezioni. Nel partito cresce la fronda

Germania, Schulz ora tenta di resistere. Ma l'Spd punta all'alleanza con la Merkel

Berlino - «Tutte le forze in campo riconsiderino le proprie posizioni» lo sostiene il presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier, politico socialdemocratico (Spd) di lungo corso. Oggi il capo dello Stato vedrà il presidente della Spd, Martin Schulz, l'uomo sconfitto da Angela Merkel alle elezioni del 24 settembre. Il voto per il Bundestag non è l'unico andato male ai socialdemocratici sotto la guida di Schulz: da quando ha assunto la guida del partito, l'ex presidente del Parlamento europeo ha inanellato una serie di sconfitte alle elezioni regionali. L'unica andata bene è stata quella in Bassa Sassonia lo scorso ottobre. In quel Land lo scontro fra i socialdemocratici di Schulz e i cristiano democratici della cancelliera è stato all'arma bianca: e la Spd ha vinto. Schulz ha dunque capito che la polarizzazione rende elettoralmente molto di più dell'appeasement fra partiti alleati in una grande coalizione.

Ecco perché il pressing a cui lo sta sottoponendo Steinmeier in queste ore gli è particolarmente sgradito. Il presidente spera che la Spd, tornata all'opposizione dopo il pessimo risultato di due mesi fa (il 20,5%), cambi idea e lanci una ciambella di salvataggio alla cancelliera. Da quando i Liberali domenica scorsa hanno affossato le prospettive di una coalizione nero-giallo-verde (la «Giamaica»), Merkel appare priva di un chiaro obiettivo politico e Steinmeier ha puntato le proprie carte su una riedizione della große Koalition nero-rossa, peraltro bocciata dai cittadini alle urne con un complessivo -14% fra i due partiti. Una riedizione dell'alleanza fra i due più grandi partiti tedeschi, allargata magari anche ai Verdi nella configurazione «Kenya», permetterebbe tuttavia alla Germania di uscire dall'impasse in cui è finita con il naufragio della Giamaica. Steinmeier, più volte ministro degli Esteri prima di diventare presidente, soffre per lo stupore espresso dalle cancellerie internazionali per l'instabilità politica in Germania, e ha già spiegato di preferire il varo di un nuovo governo rispetto al ritorno alle urne.

L'incontro Schulz-Steinmeier non si annuncia facile: oltre a incarnare due sensibilità diverse nel partito, i due dirigenti non si amano. A differenza dell'ortodosso Schulz, il presidente incarna l'anima «migliorista» del partito. In queste ore Schulz ha fatto dire al suo vice Thorsten Schäfer-Gümbel che la Spd non vuole «una situazione austriaca», dove le grandi coalizioni sono la regola anziché l'eccezione. Eppure non tutti nel partito condividono questa linea e la Bild scrive che «la resistenza a Schulz sta montando dentro l'Spd». C'è anche chi, come la ministra Andrea Nahles, sostiene che senza allearsi di nuovo con la Cdu di Merkel, il partito potrebbe quantomeno astenersi al Bundestag, permettendo la nascita di un governo nero-verde.

Il futuro della cancelliera passa dalle mani dei suoi avversari.

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