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In Germania spunta la "polizia della Sharia"

A Wuppertal, in Renania, fermati undici integralisti "in divisa". SOSTIENI IL REPORTAGE

In Germania spunta la "polizia della Sharia"

Berlino - Musulmani di Germania, attenzione: la polizia della Sharia vi controlla. La novità arriva da Wuppertal, nel Land occidentale del Nord Reno-Westfalia. Da alcuni giorni fra i 350 mila abitanti della città adagiata lungo il fiume Wupper circolano ronde notturne di giovani islamici; addosso hanno un gilet arancione con la scritta «Sharia Police», in inglese. Il gruppetto di stretta osservanza salafita ha un obiettivo dichiarato: far rispettare la legge islamica, specialmente il venerdì, giorno di preghiera. Giovani barbuti sono stati visti distribuire volantini in cui si chiede al passante di astenersi dall'alcol, dalle droghe, dalle scommesse, dalla pornografia e di non frequentare prostitute. Un'opera di moralizzazione nel segno del Corano che ha colpito la cittadinanza. La stampa tedesca riporta le parole del capo della polizia locale, Birgitta Radermacher: «Non tollereremo né intimidazioni né provocazioni», ha dichiarato, ricordando che in Germania solo lo Stato è legittimato ad azioni di polizia. Massimo appoggio alla pubblica sicurezza anche da Peter Jung: il sindaco Cdu (il partito della cancelliera Angela Merkel) ha condannato l'azione «nel modo più fermo». La città, ha detto al Tagesspiegel , è «orgogliosa di come le persone di diversa estrazione politica e religiosa convivano in pace». La diversità delle fedi è un fenomeno comune nella Renania settentrionale, che fra i suoi quasi 18 milioni di abitanti ospita 1,9 milioni di immigrati e 4,1 milioni di persone di origine straniera. Preponderante la presenza turca: il governo regionale indica in 850 mila i residenti nel Land che sono o cittadini turchi o ex immigrati dalla Turchia poi naturalizzati tedeschi. La forte componente straniera nel Nord Reno-Westfalia è una conseguenza del suo successo economico: dagli anni Sessanta le regioni più povere d'Europa e del Medio Oriente hanno alimentato la macchina industriale renana, che ancora oggi contribuisce da sola quasi un quarto del Pil tedesco.

Molto preoccupato, un portavoce del governo regionale (una coalizione di socialdemocratici e Verdi) ha detto al Rheinische Post che le ronde salafite «dimostrano di non riconoscere le istituzioni legittime». Identificati dalla polizia, i giovani islamici hanno protestato su Facebook: «È normale che un giubbotto crei tanti problemi? Ci vogliamo invece rendere conto di quanto sia diffusa la droga?». Qualche motivo di timore è invece comprensibile: oltre che per aver dato i natali all'ex presidente federale Johannes Rau e, più anticamente, al brevetto dell'aspirina, Wuppertal è anche la città di Burak Karan, il promettente attaccante dell'Alemannia Aachen, sparito dopo una partita nel 2008. Karan è riapparso sui giornali cinque anni dopo, morto in Siria nell'ottobre del 2013 al seguito di un commando jihadista. Come altri trecento e più jihadisti tedeschi prima e dopo di lui, Karan ha lasciato il calcio e l'Occidente, per arruolarsi nella guerra santa in corso a Damasco.

È solo dello scorso luglio, invece, un attacco incendiario condotto a suon di molotov contro la sinagoga di Wuppertal. Le indagini hanno portato all'arresto di tre giovani palestinesi. Per la ronda islamica, giovedì la magistratura ha aperto un fascicolo contro 11 giovani: il timore è che i salafiti cerchino nuovi adepti per azioni di jihad in Germania o all'estero. «La polizia islamica non esiste - ha dichiarato ore dopo in tv Sven Lau, predicatore tedesco convertito all'Islam salafita con il nome di Abu Adam -. Sapevamo che avremmo fatto la notizia».

Scopo del suo movimento, secondo lo Spiegel , è invece aprire un dibattito sulla legge islamica in Germania.

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