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Giallo in Africa, morti i baobab millenari

Misterioso decesso di 13 piante. L'ipotesi dei ricercatori: "Forse a rischio a causa del clima"

Giallo in Africa, morti i baobab millenari

Quando hanno dato il via allo studio, pensavano di arrivare a tutt'altre conclusioni. Identificare e attribuire un'età agli esemplari più antichi e grandi di baobab, gli alberi simbolo del continente africano: questo era lo scopo iniziale di Adrian Patrut, ricercatore della Babes-Bolyai University di Cluj-Napoca, Romania, co-autore dell'indagine insieme ad alcuni colleghi sudafricani e statunitensi. E invece si sono ritrovati a scoprire che i maestosi giganti stanno scomparendo. E che la causa più probabile è il riscaldamento globale.

Lo studio, pubblicato su Nature Plants e realizzato tra Zimbabwe, Sudafrica, Namibia, Mozambico, Botswana e Zambia, mostra come 8 dei 13 baobab più vecchi del mondo e 5 dei 6 più grandi sono morti dal 2005 a questa parte, cioè da quando i ricercatori hanno cominciato a monitorarli. Tra le «vittime» ci sono anche nomi illustri: Panke, in Zimbabwe, di un'età stimata di 2450 anni; il baobab di Platland, in Sudafrica, il cui tronco supera i 10 metri di diametro; e Chapman, in Bostwana, sul quale l'esploratore scozzese ottocentesco David Livingstone incise le sue iniziali, diventato monumento nazionale. Tutti morti nell'ultimo decennio, insieme agli altri esemplari più giovani e scomparsi con altrettanta velocità, per motivi che lo studio non è riuscito a stabilire. Collassati parzialmente o del tutto, crollati al suolo e quindi deceduti.

I prelievi dei ricercatori, che hanno campionato circa sessanta alberi soprattutto della specie Adansonia digitata, puntavano a stabilirne l'età attraverso l'uso del radiocarbonio. A differenza di altre piante, infatti, gli anni di un baobab non si possono valutare contando gli anelli di crescita del tronco, dato che nel corso del tempo gli anelli diventano meno visibili e le grandi cavità interne - che riescono a contenere fino a 40 persone, come quella dell'esemplare del Parco Kruger, in Sudafrica - rendono difficile contare ciò che ne resta. I rilievi, però, oltre a permettere di compilare l'«identikit» di questi alberi, hanno anche documentato la loro sempre maggiore fragilità.

«Questi decessi non sono causati da un'epidemia. E statisticamente parlando è praticamente impossibile che un numero simile di grossi e vecchi baobab muoia in così poco tempo per cause naturali - ha spiegato Patrut -. I cambiamenti climatici possono avere colpito la capacità dell'albero di sopravvivere nel suo habitat». Uno degli elementi che spinge in questa direzione è il fatto che la regione africana in cui si sono registrati i decessi è quella dove il clima si fa più rapidamente caldo e secco. «Ci sentiamo come se avessimo seppellito i baobab, quando dovrebbero essere loro a continuare a vivere mentre le generazioni umane si avvicendano l'una dopo l'altra», ha commentato il ricercatore.

Per confermare l'eventuale legame tra il cambiamento del clima e la mortalità dei baobab serviranno ulteriori studi, ma un'altra ricerca del 2013, pubblicata su Biological Conservation, è già arrivata alla conclusione per cui i fenomeni climatici saranno dannosi per due delle tre specie di baobab del Madagascar a rischio di estinzione.

E un fenomeno simile si è registrato in Costa Rica, dove gli alberi tropicali della foresta nebulosa sembrano stare soccombendo alle temperature in aumento.

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