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Giallo sulle deleghe di Savona: tutti le rivendicano

Barra Caracciolo: sono mie, forse. Lezzi: mie e di Moavero. Poi Conte chiarisce: vanno a me

Giallo sulle deleghe di Savona: tutti le rivendicano

Un giorno e mezzo per chiudere il giallo e stoppare il circo delle deleghe nel governo gialloverde, dopo le dimissioni di Paolo Savona, diretto alla Consob, e la grande confusione sotto il cielo dell'esecutivo, alle prese con quelle competenze non più in capo all'ex titolare del dicastero degli Affari Ue. Ad aprire la bagarre, come noto, era stato il sottosegretario di Savona, Luciano Barra Caracciolo, presentandosi in Aula, a Montecitorio, per la discussione sulla Legge comunitaria, solo per dire di essere suo malgrado in crisi di identità istituzionale. «Gli uffici del Segretario generale di Palazzo Chigi mi hanno comunicato che mi considerano senza delega e, di fatto, anche senza nomina, a seguito delle dimissioni di Savona». Ossia, finché non si capisce qualcosa di più, gli affari europei non sono affari miei, sembrava voler dire il giurista assoldato dal Governo Conte. Che, però, palesando la sua situazione aveva offerto il fianco al sarcarmo e alle critiche delle opposizioni, leste a rimarcare come, con tanti caldissimi dossier aperti nei rapporti internazionali e con la Ue - come per esempio la delicata partita sulla «nuova via della Seta» - il governo di M5s e Lega nemmeno sa bene chi lo rappresenta. E in effetti ci sono tutti gli elementi per l'ennesima figuraccia governativa, tanto che ieri mattina è stato il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, a tentare di derubricare l'uscita di Barra Caracciolo da confusione comunicativa istituzionale a «fake news». Definendo «informazione scorretta» quella secondo cui ai tavoli internazionali che contano, del governo italiano «non sieda nessuno». «È stata data un'informazione scorretta per il negoziato per le politiche di coesione», ha spiegato il ministro: «Adesso non riteniamo di accelerare perché riteniamo giusto che sia il nuovo Parlamento e la nuova commissione ad affrontare la cosa, ma i ministri deputati siamo io e Moavero Milanesi quindi non è vero che ai tavoli che contano non c'è nessuno. C'è sempre stato qualcuno e continua a esserci». Inoltre il titolare del dicastero per il Sud ha anche indicato la traccia che avrebbe portato alla soluzione del giallo, spiegando che «la prossima settimana faremo il comitato interministeriale per gli affari europei per mettere sulla stessa linea politica tutto il governo», e che questo verrà fatto «attraverso il premier Conte che ha l'interim». E infatti, a mettere l'ultima toppa, anche se con un ritardo difficilmente comprensibile, è una nota apparsa ieri sul sito web di Palazzo Chigi. Che spiega come, dopo le dimissioni di Savona, «le funzioni delegate al ministro all'atto della nomina sono tornate come da prassi in carico al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, senza alcuna necessità di interim». Intanto, anche lo sbarco di Savona in Consob è ancora in bilico: si attende, oggi, la decisione dell'Anac sull'esposto presentato contro la sua nomina.

MMO

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